Quali sono gli adempimenti amministrativi contabili e fiscali antecedenti la chiusura volontaria della partita IVA? Ricordiamo che i professionisti, prima di chiudere la propria partita IVA, devono esaurire tutte le operazioni attive e passive dirette alla definizione dei rapporti giuridici pendenti, in particolare di quelli aventi ad oggetto crediti strettamente connessi all’attività professionale. Approfondiamo i recenti chiarimenti dell’Agenzia Entrate e le decisioni giurisprudenziali.
La cessazione dell’attività professionale, con conseguente chiusura della partita IVA, non può prescindere dalla conclusione di tutti gli adempimenti conseguenti alle operazioni attive e passive effettuate e ha visto nel tempo diversi pronunciamenti, sia da parte dell’Amministrazione finanziaria che della giurisprudenza. Vediamo, quindi, di fornire delle indicazioni utili.
Quadro generale sulla chiusura volontaria della partita IVA
In linea generale il professionista che non svolge più l’attività professionale non può cessare la partita IVA in presenza di corrispettivi per prestazioni rese, ancora da fatturare, pur se appare possibile procedere alla fatturazione di tutti i compensi, compresi quelli ancora non riscossi (con evidenti riflessi sul piano reddituale ed Iva) e, successivamente, cessare l’attività professionale anticipatamente.
Sulle modalità di chiusura può venire in soccorso la risoluzione n. 232/E/2009 che, pur se in ordine alle fatture ad esigibilità differita, dopo aver precisato che il professionista non possa, in linea generale, procedere alla chiusura della partita IVA, fintanto che non avviene la riscossione del credito, ha affermato che tuttavia, qualora l’istante volesse comunque chiudere la propria partita IVA, senz