Infrastrutture: per gli investitori, concorrenza in aumento

Il settore delle infrastrutture europeo, con l’Italia in primo piano, attrae sempre più investitori grazie al suo potenziale di crescita e ai rendimenti superiori. Secondo l’EY Infrastructure Barometer, la concorrenza per gli investimenti è destinata ad aumentare, mentre gli ostacoli burocratici restano la sfida principale. Gli investitori puntano su sostenibilità e tecnologie innovative, come l’intelligenza artificiale, per migliorare l’efficienza e sostenere la transizione energetica. Scopri come l’interesse per le infrastrutture italiane sta evolvendo e quali sono le aree chiave di investimento per il futuro.

Cresce la fiducia nel settore infrastrutture, che diventa uno dei mercati chiave dell’Unione europea. A metterlo in evidenza è l’EY Infrastructure Barometer, un sondaggio annuale condotto da EY, che coinvolge dirigenti di grandi aziende, investitori infrastrutturali, istituti finanziari e private equity operanti a livello mondiale nel settore delle infrastrutture e con una radicata presenza anche in Italia. Il 66% degli intervistati ritiene che la concorrenza per gli investimenti infrastrutturali e i relativi finanziamenti possa crescere nell’arco dei prossimi dodici mesi.

 

Infrastrutture: le motivazioni che inducono all’investimento

concorrenza infrastruttureSono diverse le motivazioni che possono indurre all’investimento nelle infrastrutture italiane. Il 55% degli interpellati – in crescita del 2% rispetto allo scorso anno – ritiene sia importante cogliere l’opportunità di ridurre il divario riscontrato tra i servizi offerti e il mercato di riferimento.

Viene auspicata, però, una semplificazione dei processi burocratici: a richiederlo è il 78% degli intervistati, in crescita del 10% rispetto al 2023. La burocrazia, secondo gli operatori del settore, è il più importante ostacolo agli investimenti infrastrutturali in Italia.

“Nonostante le sfide dettate dagli ostacoli normativi e burocratici, l’Italia continua a essere un terreno fertile per gli investimenti infrastrutturali – spiega Daniele Ruggeri, Infrastructure Strategy and Transactions Partner di EY in Italia -. L

‘adozione di tecnologie innovative e l’interesse amplificato verso asset class core plus/value-add dimostrano la volontà degli investitori di perseguire opportunità di crescita e di rendimento.

Il 62% degli investitori intervistati, con un incremento del 28% rispetto allo scorso anno, ha allocato più del 30% del proprio portafoglio in tali asset, confermando come tendenza complessiva una strategia di diversificazione volta alla ricerca di opportunità con un profilo di rischio/rendimento più elevato.

Le infrastrutture italiane sono un settore chiave in Europa, offrendo opportunità di rilievo grazie al gap infrastrutturale presente, alle dimensioni dell’economia italiana, alle solide basi economiche e ai rendimenti più elevati rispetto ad altri Paesi.”

I vincoli burocratici e le incertezze normative, che caratterizzano gli investimenti nelle infrastrutture, hanno limitato le attività greenfield. Nonostante queste premesse gli operatori del settore hanno mostrato una significativa resilienza al tema della sostenibilità. Soffermandosi su questo punto, il 26% di quanti hanno investito più del 30% del proprio portafoglio in progetti greenfield ritengono che le performance siano in linea con le aspettative. Dello stesso parere l’80% dei soggetti che hanno allocato delle risorse in progetti infrastrutturali.

 

L’importanza della sostenibilità

Dando uno sguardo alla sostenibilità, si scopre che gli investitori prestano sempre più attenzione ai requisiti ESG (Environmental, Social and Governance) quando scelgono i propri investimenti. Viene data maggiore importanza alla transizione energetica. Ma non vengono persi di vista i cambiamenti climatici, la sostenibilità sociale e l’etica aziendale.

I criteri ESG, almeno per il 60% degli intervistati, hanno costituito il principale driver per la selezione degli investimenti. I criteri di screening sono stati utilizzati per identificare ed eventualmente escludere delle operazioni di investimento che non risultassero conformi ai principi di sostenibilità.

Il 5% degli intervistati – a ben pensarci un esiguità – ha ammesso di non considerare i criteri ESG nel momento in cui analizza degli asset su cui investire.

Nel lungo termine la tecnologia potrebbe rappresentare un’area di investimento primaria. Il 45% degli intervistati, infatti, ha ammesso di includere la tecnologia nelle loro scelte di investimento. Il 40% prevede che tali investimenti saranno prioritari nei prossimi 3-5 anni.

L’intelligenza artificiale è vista da oltre il 30% come la tecnologia che porterà i maggiori benefici nel settore delle infrastrutture, in particolare nei comparti dell’energia e dei trasporti.

“Le infrastrutture italiane stanno vivendo un momento di significativa trasformazione, con la previsione di una nuova stagione di investimenti che pongono il nostro Paese al centro dell’attenzione europea, anche grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), seppure permangano alcuni punti di attenzione sulla capacità e velocità con cui l’Italia riuscirà a realizzare gli investimenti necessari – Marco Daviddi, Strategy and Transactions Managing Partner di EY in Italia -.

Le iniziative principali si concentrano sulla transizione energetica, sul miglioramento delle infrastrutture di trasporto e sul comparto della sanità.

In un contesto nel quale il giudizio da parte degli intervistati è mediamente positivo, con dei margini di miglioramento individuati in particolare nel settore Telecom e delle cosiddette infrastrutture sociali, I’interesse degli investitori si concentra sulle aree dove sono previsti i più significativi investimenti pubblici, a sottolineare come sia determinante una collaborazione tra pubblico e privato per progetti che inevitabilmente sono complessi, dimensionalmente rilevanti e con tempi di execution di medio-lungo periodo.

Infatti, il 35% degli investitori intervistati, in aumento del 3% rispetto al 2023, ha espresso l’intenzione di investire nel comparto energetico nei prossimi 12 mesi, seguito dal comparto dei trasporti dove le aspettative di investimento si confermano al 18%, in linea con quanto emerso nella precedente edizione.

Inoltre, il settore TMT sta divenendo nuovamente centrale in particolare nelle strategie di investimento dei fondi di Private Equity. Il comparto italiano conferma, dunque, la propria vitalità e attrattività. Guardando al futuro, prevediamo un mantenimento ai livelli attuali dell’attività M&A, con i target più apprezzati nei sottosettori delle energie rinnovabili, efficienza energetica, sistema sanitario, data centers e infrastrutture di trasporto”.

 

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Pierpaolo Molinengo

Venerdì 13 settembre 2024