Quando il datore di lavoro eroga lo stipendio, trattiene IRPEF e addizionali, ma solo sul reddito mensile. A fine anno, arriva il conguaglio: un ricalcolo che può riservare sorprese, soprattutto se ci sono altri redditi. Per evitare sorprese, il dipendente può richiedere un’aliquota fissa. Vediamo come fare…
I datori di lavoro nel momento in cui erogano le retribuzioni si preoccupano di trattenere in busta paga gli importi a titolo di Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF) e relative addizionali regionali e comunali, dovute dal dipendente.
Posto che l’azienda ha conoscenza certa dei soli redditi dalla stessa erogati, il calcolo dell’IRPEF avviene prendendo a riferimento il solo reddito mensile totalizzato dal dipendente.
L’applicazione dell’IRPEF in busta paga e i conguagli di fine anno
Nel momento in cui si conclude il periodo d’imposta (o il rapporto di lavoro) l’azienda ricalcola l’imposta lorda sulla base del reddito complessivo totalizzato dal lavoratore. Dal confronto (cosiddetto “conguaglio di fine anno” o “conguaglio di fine rapporto”) tra l’IRPEF già trattenuta nei singoli mesi e quanto effettivamente a carico del contribuente possono derivare ulteriori recuperi dalla retribuzione, se risulta che l’IRPEF in acconto è inferiore a quella effettiva.
Non solo, in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi (modello 730 o Redditi Persone Fisiche) viene effettuato un ulteriore confronto (conguaglio) tra le ritenute fiscali subite dal contribuente nel periodo d’imposta interessato e quanto dovuto dallo stesso con riguardo a tutti i redditi percepiti o totalizzati, anche se diversi da quelli da lavoro dipendente. In questo caso, ancora, si corre il rischio di subire una trattenuta in busta paga (o di versare in autonomia le somme all’Erario) per effetto di imposte non pagate.
La prima situazione descritta (conguaglio di fine anno / fine rapporto) si veri