Logistica: il meteo estremo è il maggior nemico per la supply chain nel 2024

Il settore della logistica è uno dei più sensibili al meteo estremo e al cambiamento climatico, in quanto gli eventi disastrosi impattano sulle catene di distribuzione e sui costi. Ecco alcuni suggerimenti…

logisticaA condizionare il futuro della logistica sarà anche il meteo. Il trasporto delle merci a livello globale non subiranno un impatto esclusivamente dalle crisi geopolitiche che colpiscono determinate aree nevralgiche, come il Canale di Suez. A far paura sarà sempre di più il cambiamento climatico e le condizioni meteorologiche estreme, che ne sono una diretta conseguenza.

Stando al rapporto annuale sui rischi per il 2024 di Everstream Analytics, gli incidenti legati a particolari eventi climatici come gli uragani, le tempeste invernali, gli incendi e le alluvioni costituiscono una delle principali cause di interruzione delle catene di approvvigionamento nel corso del 2024.

Ma entriamo un po’ più nel dettaglio e scopriamo quali dati sono stati messi in evidenza dall’analisi.

 

La logistica sarà sempre più condizionata dal meteo

Il rapporto annuale sui rischi per il 2024 di Everstream Analytics – che è stato realizzato sfruttando una combinazione tra l’intelligenza umana e quella artificiale – porta alla luce un esempio lampante. Il Canale di Panama sta vivendo la peggiore siccità dal 1950: una situazione che costringe a limitare il numero delle navi che lo possono attraversare ogni giorno. Queste limitazioni, purtroppo, provocano dei lunghi tempi di attesa, tanto che le grandi navi petroliere potrebbero essere costrette a rinunciare ad attraversare il canale.

I pericoli, poi, sono determinati dagli uragani, dalle tempeste e dalle bombe d’acqua.

Alcuni dati arrivati dagli Stati Uniti sono particolarmente eloquenti in questo senso. L’uragano Ian, che ha colpito la California nel corso del mese di settembre 2022, ha determinato un calo del 75% delle spedizioni rispetto alle settimane precedenti. Le consegne, che sono state effettuate, hanno visto aumentare mediamente i tempi di spedizioni di 2,5 giorni. Tra l’11 e il 20 febbraio 2021 in Texas un’ondata di freddo intenso ha causato un ritardo medio delle consegne di due giorni. Dopo un anno, a Buffalo, il gelo natalizio che è durato per cinque giorni – dal 21 al 26 dicembre – ha determinato il crollo del 40% delle spedizioni rispetto alle settimane precedenti.

Il discorso rimane simile nel momento in cui si parla di incendi. La scarsa visibilità causata dagli incendi in Canada del giugno 2023 ha portato conseguenze fino a Chicago e New York. Le consegne a Chicago dal 26 al 28 giugno e a New York City dal 5 al 7 giugno sono state ritardate fino a due giorni.

“Il cambiamento climatico è una grande sfida che il settore della logistica sta già affrontando – spiega Andrea Franceschelli, vicepresidente di Due Torri spa, azienda bolognese attiva nel settore della logistica integrata – Situazioni estreme possono mettere a rischio la filiera per questo bisogna farsi trovare pronti. Da un lato è importante investire in tecnologie sostenibili, dall’altro sviluppare piani di emergenza per gestire le interruzioni della catena di approvvigionamento”.

 

Logistica, i problemi ci sono anche d’estate

I problemi non sono presenti unicamente d’inverno, ma ci sono anche d’estate. In questo periodo dell’anno a spaventare sono principalmente le inondazioni, che possono danneggiare strade, ponti, ferrovie, magazzino e altri beni infrastrutturali molto importanti per la logistica. Molte minacce arrivano anche dal caldo estremo, che può compromettere gli articoli deperibili come frutta, verdura, prodotti farmaceutici e latticini. Stiamo parlando di prodotti che risultano essere particolarmente sensibili alle fluttuazione delle temperature e possono deteriorarsi molto velocemente nel caso in cui siano esposti a del calore estremo.

Riuscire a mantenere una temperatura controllata e costante lungo tutta la catena di approvvigionamento, diventa una sfida fondamentale per garantire che questi prodotti possano raggiungere i consumatori in condizioni ottimali.

Il trasporto su nave in estate teme i cicloni tropicali coi porti costretti a chiudere e i mari agitati che rendono la navigazione pericolosa. Bisogna poi tenere conto di come condizioni meteo avverse impattino sui costi.

Forbes US stima che eventi meteorologici estremi come forti precipitazioni, bufere di neve e forti venti causano in media il 23% di tutti i ritardi nel trasporto su camion. Questi ritardi costano all’industria statunitense quasi 3,5 miliardi di dollari all’anno.

Vanno considerati i costi di riparazione per danni a infrastrutture e merci, l’aumento dei premi assicurativi e la perdita di vendite a causa di ritardi nelle consegne. Infine, il meteo estremo può creare condizioni di lavoro pericolose per i lavoratori del settore logistico, aumentando il rischio di incidenti e infortuni.

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Come affrontare il cambiamento climatico?

Per affrontare al meglio i problemi connessi al cambiamento climatico, nel momento in cui si devono trasferire dei prodotti, secondo Andrea Franceschelli è necessario:

  • ottimizzare le rotte: devono essere sviluppate delle strategie flessibili in grado di adattarsi rapidamente alle condizioni metereologiche. E che, soprattutto, siano in grado di mantenere il flusso delle merci anche quando alcune rotte sono compromesse. È necessario sfruttare software in grado di pianificare percorsi più efficienti;
  • migliorare gli strumenti di previsioni metereologiche: è importante investire in tecnologie di previsioni metereologiche avanzate. Adottare questa strategia aiuta a prevedere eventuali interruzioni e pianificare di conseguenza minimizzando l’impatto sulle operazioni;
  • promuovere la sostenibilità: una delle soluzioni da adottare potrebbe essere quella di ridurre l’impatto ambientale attraverso veicoli ecocompatibili, favorendo programmi di logistica inversa per la raccolta e il riciclaggio dei prodotti restituiti, utilizzando materiali sostenibili e riciclabili;
  • rafforzare infrastrutture e magazzini: investire in infrastrutture in grado di resistere a eventi meteorologici estremi, come inondazioni e uragani;
  • creare piani dettagliati: sviluppare piani dettagliati che definiscono le azioni da intraprendere prima, durante e dopo un evento climatico avverso. Vanno coinvolti dipendenti, clienti e fornitori.

Venerdì 9 Agosto 2024

Pierpaolo Molinengo

 

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