Dal settore siderurgico al settore sportivo: la sostenibilità abbraccia tutti i settori. Il caso Feralpi

Vediamo come la sostenibilità sta impattando sempre di più nella vita delle aziende. Ecco come si può essere sostenibili sia nel settore siderurgico che in quello sportivo…

Feralpi: pionieri della sostenibilità con obiettivi 2030 certificati da SBTi

sostenibilità settore siderurgico sportivoFeralpi è tra le prime aziende nel settore siderurgico ad avere ottenuto l’approvazione da parte dell’ente internazionale SBTi (Science Based Targets Initiative) degli obiettivi 2030 di riduzione delle emissioni CO2; emerge perciò un gruppo imprenditoriale attento a tutti gli ambiti della sostenibilità previsti dalla direttiva europea CSRD, ossia ambientale (Environmental), sociale (Social) e di gestione (Governance).

L’obiettivo dichiarato da Feralpi Group è di generare un impatto positivo nella comunità in cui è presente. A tal riguardo, il Presidente di FeralpiGroup Giuseppe Pasini ha dichiarato:

“Le aziende hanno una responsabilità diretta nel contribuire alla riduzione delle emissioni globali di gas serra e, pertanto, nell’indirizzare le proprie azioni in direzione della decarbonizzazione.

E in modo altrettanto diretto, definire obiettivi anche a medio termine tracciando la rotta che si vuole seguire da subito per raggiungerli con un piano di azione.

L’approvazione dell’SBTi ci conferma che i risultati che vogliamo raggiungere entro il 2030 sono corretti e approvati dalla scienza.

È un riscontro positivo non solo per noi, ma per tutti i nostri stakeholder poiché un acciaio a basse emissioni rappresenta un valore per l’intera catena del valore e, in senso ancora più ampio, per i territori e comunità in cui operiamo”.

Ma le politiche di sostenibilità non sono confinate ormai solo nelle grandi imprese, ma abbracciano tutti i settori, tra cui il mondo dello sport.

La direttiva CSRD sul bilancio di sostenibilità, infatti, si applica anche alle società sportive: in modo particolare la UEFA ha elaborato undici politiche di sostenibilità sociale e ambientale che le società di calcio dovranno attuare entro il 2030 per l’ottenimento della licenza UEFA.

 

La sostenibilità nel calcio: il caso Feralpi Salò

Da sempre attento alle tematiche della sostenibilità ambientale e sociale, Giuseppe Pasini, è anche Presidente della squadra di calcio FeralpiSalò, e in merito al ruolo del calcio nella comunità ha affermato:

«Perché il calcio non si ferma alla sola partita, ma è una condivisione di valori, emozioni e passione con una comunità sempre più allargata, e credo molto in questo. Valori di un territorio e di un’azienda che vadano oltre e che diventino un modello anche per il sociale, dentro e fuori. Il calcio devi viverlo così».

Sostenibilità come inclusione: il progetto Senza di me che gioco è

In quest’ottica di generare un impatto positivo nella comunità, FeralpiSalò è diventata negli anni un punto di riferimento per le squadre di calcio nell’attuazione delle politiche di sostenibilità, specie per quanto riguarda l’inclusione dei disabili: attraverso il progetto “Senza di me che gioco è” infatti, FeralpiSalò è la prima società calcistica italiana ad aver costituito una squadra composta interamente da ragazzi con disabilità cognitiva e la FIGC ha seguito questo indirizzo divenendo la prima federazione calcistica al mondo a creare una divisione dedicata al calcio paralimpico sperimentale.

Ma sin dalla sua fondazione nel 2009, ben prima dell’entrata in vigore della direttiva CSRD e quando ancora non si intuiva il potenziale delle tematiche della sostenibilità, FeralpiSalò aveva adottato un codice etico che ancora oggi pone tra i valori fondanti la tutela dei giovani e l’inclusione, oltre ad un rapporto con i fornitori basato sul rispetto dei principi di correttezza, trasparenza e verificabilità.

L’impegno per la sostenibilità ambientale

Ma la squadra sta compiendo dei passi notevoli anche per quanto riguarda il mondo della sostenibilità ambientale: infatti sta cercando di adottare l’approccio delle 4R (Ridurre, Riciclare, Recuperare, Riutilizzare) anche per i propri eventi sportivi.

Sono un esempio di questa spinta le partnership sviluppate con WTO, società di consulenze ambientale divenuta un vero e proprio punto di riferimento per quanto riguarda l’intermediazione per lo smaltimento ed il recupero di rifiuti industriali pericolosi e non pericolosi, e con Di.Ma., società bresciana specializzata nel riciclaggio di rifiuti inerti non pericolosi.

…un impegno condiviso

Tutto questo dimostra l’obiettivo della società nel voler creare un impatto positivo nella comunità in cui è presente e nel voler contribuire a creare una filiera produttiva che abbracci tutti gli ambiti della sostenibilità.

Una sostenibilità sociale, economica e ambientale che viene vista soprattutto nell’ottica di aumentare gli introiti delle società sportive grazie all’interazione con stakeholder virtuosi e nell’ottica di generare un impatto positivo nella comunità.

Infine, si nota come ormai le tematiche legate al mondo della sostenibilità non siano più legate ad un solo settore ma abbiano abbracciato ogni tipo di azienda. Del resto, per dirla con le parole dell’architetto Richard Rogers:

“Se vogliamo migliorare la qualità dell’ambiente in cui viviamo, l’unico modo è coinvolgere tutti”.

Dunque, anche il mondo dello sport.

 

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Andrea Ziletti

Lunedì 12 agosto 2024

 

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