Anticipiamo l’uscita del decreto delegato che modifica le sanzioni tributarie, per commentare una fattispecie abbastanza importante quale quella dell’omessa presentazione della dichiarazione annuale: avremo più tempo per sanarla ma a costo di sanzioni più alte.
Le modifiche al sistema sanzionatorio in corso di approvazione saranno più benevole nei confronti del trattamento delle dichiarazioni omesse.
Omesse dichiarazioni: come sanare? Quanto costa?
In base alla normativa attuale, qualora sia decorso il termine per fruire del ravvedimento operoso che, come sappiamo spira, il novantesimo giorno successivo alla data di scadenza ordinaria, il contribuente ha comunque la possibilità di presentarla al fine di ottenere la riduzione al 50% delle sanzioni che verranno poi erogate dall’agenzia delle entrate.
In particolare, le sanzioni ordinariamente previste nella misura del 120-240 per cento dell’imposta dovuta, diventano 60-120 per cento.
Per far questo c’è però un tempo limitato, rappresentato dal termine per la presentazione della dichiarazione successiva.
Esempio: modello redditi 2023
In altre parole, nel caso in cui un contribuente abbia omesso la presentazione del modello Redditi2023, ha la possibilità di presentarlo entro il 15 ottobre prossimo ed avere così diritto alla (eventuale) erogazione di sanzioni ridotte alla metà di quelle ordinariamente previste.
È appena il caso di rilevare che comunque la dichiarazione presentata dopo i novanta giorni è una dichiarazione omessa a tutti gli effetti, e che il comportamento appena descritto serve, lo ripetiamo, esclusivamente alla riduzione delle sanzioni.
Cosa cambierà con la Riforma fiscale?
Con le modifiche che verranno apportate alle norme che disciplinano l’omessa dichiarazione (non solo Irpef, ma anche Ires, IVA, 770) il contribuente vedrà esteso il limite temporale entro il quale presentare la dichiarazione omessa e vedersi ridurre le sanzioni.
Le modifiche quindi in tal senso sono due, sia nel limite temporale sia nella sanzione.
Il limite temporale viene esteso a quello entro il quale l’Agenzia delle entrate può, a pena di decadenza, controllare la dichiarazione, ossia il 31/12 del quinto anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione.
Quanto aumenteranno le sanzioni?
Per quanto riguarda invece l’entità della sanzione essa diverrà pari al 75% dell’imposta dovuta o più precisamente, al triplo della sanzione prevista per il caso di omesso versamento; anche tale sanzione, infatti, vedrà una riduzione con la modifica del sistema sanzionatorio, passando dal noto 30% al 25%.
In sostanza, mentre oggi il contribuente beneficia di una sanzione più bassa del 75%, essendo il 60%, dall’altro ha solo un anno per beneficiare di essa, mentre invece con la nuova norma è vero che la sanzione sarà più alta ma è altrettanto vero che il limite temporale per fruire di un abbattimento della sanzione (dal 120% al 75%, come detto) sarà più lungo.
Da quando sarà in vigore la nuova normativa?
In riferimento all’applicabilità di tale nuova fattispecie, essa sarà applicabile (salva diversa disposizione normativa che però ad oggi non costa) alle omesse dichiarazioni che ad oggi non sono ancora state presentate, anche se relative ad anni precedenti, a condizione come detto che non sia spirato il termine per l’accertamento, e che, ovviamente, la violazione non sia già stata accertata.
Fonte: Schema di decreto legislativo recante revisione del sistema sanzionatorio tributario – Aprile 2024.
Danilo Sciuto
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