La flat tax incrementale applicabile – per ora – al solo anno 2023 rischia di complicare il calcolo degli acconti per l’anno 2024: si dovrà praticamente effettuare il ricalcolo virtuale dell’IRPEF normale.
Il periodo d’imposta 2023 è il primo è unico anno durante il quale imprenditori e professionisti esercenti l’attività in forma individuale potranno applicare la flat tax incrementale.
La flat tax incrementale per il 2023
L’incremento del reddito derivante dall’esercizio dell’attività, rispetto al maggiore del triennio precedente, al netto della franchigia del 5 per cento, non sconterà l’Irpef progressiva, ma un’imposta sostitutiva del tributo ed anche delle relative addizionali, nella misura del 15 per cento.
L’incremento del reddito soggetto alla predetta imposta sostitutiva non potrà superare l’importo di 40.000 euro.
Come calcolare gli acconti IRPEF per il 2024?
I contribuenti dovranno prestare particolare attenzione al computo degli acconti dovuti per il periodo d’imposta 2024.
La relativa disciplina prevede espressamente che la base di calcolo deve essere rideterminata senza considerare l’imposta dovuta in base alla flat tax.
In buona sostanza, il contribuente, pur avvalendosi degli applicativi disponibili sul mercato, dovrà preventivamente determinare un’imposta virtuale come se la flat tax non fosse applicata e all’importo così riterminato applicare le aliquote di legge.
Si tratta, evidentemente, di una complicazione probabilmente dovuta ad esigenze di gettito del legislatore.
La modulistica della dichiarazione dei redditi è stata appositamente adeguata per gestire la flat tax incrementale, che richiederà la compilazione della Sezione 2 del quadro LM.
L’Agenzia delle entrate ha fornito le relative istruzioni con la Circolare n. 18/E del 2023. Secondo il documento di prassi la flat tax incrementale nella maggior parte dei casi è sempre vantaggiosa ad eccezione di alcuni casi particolari, come la presenza di oneri detraibili o oneri deducibili che consentono di azzerare completamente l’imposta lorda.
I chiarimenti dal Fisco
L’Agenzia delle entrate ha chiarito che il possesso da parte dei contribuente di redditi prodotti in forma associata, con la partecipazione ad un’associazione di professionisti o con il possesso di quote di una società di persone non costituisce una causa ostativa all’applicazione di tale forma di tassazione sostitutiva.
Ciò nel presupposto che la flat tax incrementale sarà applicata esclusivamente ai redditi di lavoro autonomo o di impresa prodotti in forma individuale. Inoltre, il reddito 2023, che deve risultare incrementato rispetto al maggiore dei redditi prodotti nel triennio precedente, deve essere determinato con i criteri ordinari.
Sono quindi esclusi i contribuenti che nell’anno 2023 determinano il reddito applicando il regime forfetario di cui all’art. 1 della L. n. 190/2014.
Sono invece ammessi i titolari di impresa familiare e di azienda coniugale, ma non anche i collaboratori familiari che dichiarano i propri redditi derivanti dalla partecipazione all’impresa nel quadro RH del Modello Redditi persone fisiche.
Sono parimenti esclusi i contribuenti che hanno avviato l’attività nell’anno 2023. In questo caso è sostanzialmente impossibile determinare l’incremento reddituale sul quale eventualmente applicare l’imposta sostitutiva del 15 per cento.
Per chi ha iniziato l’attività nel 2022…
Invece, la situazione è diversa per i contribuenti che hanno iniziato l’attività nel periodo d’imposta 2022. La citata circolare n. 18/E del 2023 ha chiarito che possono applicare la “tassa piatta” tutti i contribuenti per i quali si può calcolare l’incremento reddituale almeno in un periodo d’imposta compreso nel triennio oggetto di osservazione 2020 – 2022.
Tuttavia è necessario che il contribuente abbia svolto l’attività per almeno un anno intero all’interno del predetto triennio. Ad esempio se l’attività è iniziata nell’anno 2022, il contribuente deve aver ottenuto l’attribuzione del numero di partita IVA con decorrenza 1° gennaio 2022.
Se, invece, l’avvio dell’attività è avvenuta nel corso dell’anno, quindi anche se la partita Iva è stata attivata con decorrenza dal 2 gennaio 2022, la flat tax incrementale non è applicabile.
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Nicola Forte
Martedì 28 maggio 2024