Con l’approvazione definitiva del decreto Salva spese, il Governo evita che il mancato completamento nei termini previsti dalla legislazione vigente degli interventi edilizi che rientrano nella agevolazione (Superbonus 110%) comporti la revoca dei benefici già erogati. Il provvedimento mira: a riconoscere ai contribuenti più deboli un contributo per mitigare gli effetti della riduzione del beneficio fiscale nel 2024; a limitare ulteriormente le deroghe al divieto di cessione del credito nelle ipotesi di demolizione e ricostruzione di edifici; a prevedere un obbligo di assicurazione contro il rischio sismico per i contribuenti che abbiano fruito del Superbonus per gli interventi effettuati nei Comuni colpiti da eventi sismici dove sia stato dichiarato lo stato di emergenza. Modificata, infine, la disciplina della detrazione fiscale per l’eliminazione delle barriere architettoniche.
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge di conversione del decreto legge 29 dicembre 2023, n. 212, recante “Misure urgenti relative alle agevolazioni fiscali di cui agli articoli 119, 119-ter e 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77″, sono operative le disposizioni contenute nel cosiddetto decreto Salve spese fortemente voluto dal Governo.
Vediamo con il presente commento di evidenziare alcune novità contenute nell’importante provvedimento, traendo spunto dalle schede operative dell’Ufficio Studi Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica (Senato Dossier n. 212/1 e Camera n. 235 /1 del 5 febbraio 2024).
Disposizioni in materia di bonus nel settore dell’edilizia
L’articolo 1, prevede che le detrazioni spettanti per gli interventi rientranti nella disciplina del cd. Superbonus, per le quali – sulla base di stati di avanzamento dei lavori effettuati fino al 31 dicembre 2023 – è stata esercitata l’opzione per lo sconto in fattura, nonché per la cessione del credito d’imposta, non sono oggetto di recupero in caso di mancata ultimazione dell’intervento stesso.
È riconosciuto, inoltre, ai cittadini con reddito di riferimento non superiore a 15.000 euro, e che abbiano raggiunto uno stato di avanzamento dei lavori non inferiore al 60 per cento al 31 dicembre 2023, uno specifico contributo.
È introdotta una misura di salvaguardia per chi non ha terminato gli interventi rientranti nella disciplina del cd. Superbonus e per i quali è stata esercitata l’opzione di c