I presupposti per la disapplicazione della disciplina delle società di comodo

di Giovambattista Palumbo

Pubblicato il 13 febbraio 2023

Torniamo sul problema delle società di comodo ed in particolare sull’esistenza di elementi comprovanti oggettive situazioni di carattere straordinario, quali ad esempio la mancata erogazione di contributi pubblici.

disapplicazione società di comodoIn tema di società di comodo va ritenuto sussistente l'impedimento oggettivo, che consente la disapplicazione della disciplina, anche nel caso in cui l'inoperatività della società sia derivata dalla mancanza di autorizzazioni amministrative necessarie per lo svolgimento dell'attività.

Ciò a condizione che i relativi procedimenti siano stati tempestivamente attivati e coltivati dal contribuente.

Il giudice di merito è quindi tenuto ad esaminare la condotta tenuta dal contribuente con riferimento alle ragioni della mancata concessione dei contributi pubblici, verificando che la mancata fruizione del contributo pubblico non sia imputabile all’imprenditore.

La Corte di Cassazione ha risolto un contenzioso in tema di società di comodo, chiarendo alcuni rilevanti profili in tema di presupposti di disapplicazione della disciplina sulle società di comodo.

 

Il caso: rigetto dell’interpello per la disapplicazione della disciplina di società di comodo

Nel caso di specie, una società e i relativi soci proponevano ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale, avverso distinti avvisi di accertamento afferenti alla pretesa tributaria dell’Agenzia delle Entrate, volta a recuperare la maggiore IRES e la maggiore IRAP dovute dalla società.

Gli avvisi originavano dal rigetto dell’istanza di interpello disapplicativo, che la società aveva proposto al fine evitare di essere sottoposta al regime fiscale previsto dall’art. 30 legge 23 dicembre 1994, n. 724 per le società di comodo.

In particolare, l’Ufficio riscontrava, a seguito dell’accertamento fiscale eseguito a norma dell’art. 30 c