Alla fine dell’anno arriva il momento di stimare il magazzino.
Le rimanenze di magazzino rappresentano costi sospesi stanziati nello stato patrimoniale dell’impresa in attesa di divenire costi di periodo (appartenenti al conto economico) nell’esercizio in cui i beni vengono ceduti.
La valutazione in bilancio avviene secondo regole diverse, a seconda che esse siano intercambiabili (criteri: lifo, fifo, media ponderata) o meno (criterio del costo specifico).
In linea di massima i valori fiscali corrispondono ai valori di bilancio.
Vediamo di seguito le regole da seguire…
Le rimanenze di magazzino di fine anno – Sommario
- Criteri di valutazione delle rimanenze
- Data d’ingresso dei beni destinati alla vendita nel patrimonio dell’impresa
- Contabilità di magazzino
- Soggetti obbligati
- Modalità di tenuta
- La svalutazione
- Aspetti fiscali
- Orientamento giurisprudenza
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Le rimanenze di magazzino
Le rimanenze di magazzino “rappresentano beni destinati alla vendita o che concorrono alla loro produzione nella normale attività della società” (OIC n. 13, par. 4).
Per effetto della suddetta destinazione i beni del magazzino appartengono all’attivo circolante.
Occorre distinguere le diverse tipologie di beni che compongono il magazzino, sulla base dei chiarimenti contenuti nei principi contabili.
TIPOLOGIE DI BENI CHE COSTITUISCONO IL MAGAZZINO – STATO PATRIMONIALE |
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C) Attivo circolante: I) Rimanenze: |
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1) materie prime, sussidiarie e di consumo |
Materie prime: beni acquistati soggetti ad ulteriori processi di trasformazione. Materie sussidiarie e di consumo: costituite da materiali usati indirettamente nella produzione |
2) prodotti in corso di lavorazione e semilavorati |
Prodotti in corso di lavorazione: materiali, parti e assiemi in fase di avanzamento; Semilavorati: parti finite di produzione interna destinate ad essere utilizzate in un successivo processo produttivo |
3) lavori in corso su ordinazione (OIC 23) |
Si tratta di contratti di appalto o altri atti aventi contenuti economici simili riguardanti grandi lavori come la realizzazione di opere, edifici, strade, ponti, navi, impianti, ecc.. La fattispecie non costituisce oggetto del presente intervento |
4) prodotti finiti e merci |
Prodotti finiti: prodotti di propria fabbricazione Merci: beni acquistati per la rivendita senza subire rilevanti trasformazioni |
5) acconti |
Pagamenti anteriori alla consegna dei beni |
Si riportano di seguito le altre voci di bilancio interessate:
CONTO ECONOMICO |
A) Valore della produzione: 2) variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti B) Costi della produzione: 11) variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci |
NOTA INTEGRATIVA |
La nota integrativa deve indicare, oltre a quanto stabilito da altre disposizioni: 1) i criteri applicati nella valutazione delle voci del bilancio, nelle rettifiche di valore e nella conversione dei valori non espressi all’origine in moneta avente corso legale nello Stato 4) le variazioni intervenute nella consistenza delle altre voci dell’attivo e del passivo |
RENDICONTO FINANZIARIO (OIC 10) |
A) Flussi finanziari derivanti dell’attività operativa (metodo indiretto) Variazioni del capitale circolante netto Decremento/(incremento) delle rimanenze |
Criteri di valutazione delle rimanenze
L’art. 2426 comma 1 nn. 1, 9, 10, codice civile (come mod. dal D.lgs. 139/2015) disciplina i criteri di valutazione delle rimanenze di magazzino:
“1) le immobilizzazioni sono iscritte al costo di acquisto o di produzione. Nel costo di acquisto si computano anche i costi accessori. Il costo di produzione comprende tutti i costi direttamente imputabili al prodotto. Può comprendere anche altri costi, per la quota ragionevolmente imputabile al prodotto, relativi al periodo di fabbricazione e fino al momento dal quale il bene può essere utilizzato; con gli stessi criteri possono essere aggiunti gli oneri relativi al finanziamento della fabbricazione, interna o presso terzi;
[…] 9) le rimanenze, i titoli e le attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni sono iscritti al costo di acquisto o di produzione, calcolato secondo il numero 1), ovvero al valore di realizzazione desumibile dall’andamento del mercato, se minore; tale minor valore non può essere mantenuto nei successivi bilanci se ne sono venuti meno i motivi. I costi di distribuzione non possono essere computati nel costo di produzione;
10) il costo dei beni fungibili può essere calcolato col metodo della media ponderata o con quelli: “primo entrato, primo uscito” o: “ultimo entrato, primo uscito” ; se il valore così ottenuto differisce in misura apprezzabile dai costi correnti alla chiusura dell’esercizio, la differenza deve essere indicata, per categoria di beni, nella nota integrativa;”
Si sintetizza di seguito il disposto normativo appena più sopra riportato:
- Le rimanenze sono valutate al costo storico che può essere:
- Costo d’acquisto, se l’acquisizione deriva da un contratto di compravendita;
- Costo di produz