Riforma della Giustizia tributaria: assurdo sciopero degli attuali giudici tributari onorari

L’Associazione Magistrati Tributari (AMT) ha dichiarato l’astensione delle attività giudiziarie, dalla partecipazione alle udienze pubbliche e dallo svolgimento di qualunque altro adempimento d’ufficio, a partire da lunedì 19 settembre a mercoledì 21 settembre per protesta contro l’approvazione della riforma della Giustizia Tributaria.

sciopero giudici tributari onorariIl 9 agosto 2022 il Parlamento ha definitivamente approvato la Riforma della Giustizia Tributaria, con la nascita della MAGISTRATURA TRIBUTARIA, sollecitata ed auspicata da tutti i contribuenti e da tutti i professionisti.

A seguito della suddetta riforma, che finalmente riqualifica la giustizia tributaria da tutti considerata di serie B, l’Associazione Magistrati Tributari (AMT) ha dichiarato l’astensione delle attività giudiziarie e, in particolare, dalla partecipazione alle udienze pubbliche e dallo svolgimento di qualunque altro adempimento d’ufficio, a partire da lunedì 19 settembre a mercoledì 21 settembre c.a..

Alla base della suddetta astensione ci sarebbero le criticità della riforma, segnalate ma non sufficientemente valutate ed accolte.

Secondo me, le motivazioni della suddetta astensione non sono giustificate, come cercherò di dimostrare seguendo e commentando le specifiche contestazione della protesta.

 

1.  Mancato rafforzamento dell’indipendenza del giudice tributario dal MEF.

Secondo l’AMT, è da criticare il mancato rafforzamento dell’indipendenza del giudice tributario dal MEF la cui presenza risulta addirittura rafforzata con l’attribuzione al MEF di poteri di gestione dello status giuridico ed economico del c.d. personale giudicante e dei concorsi di reclutamento.

In sostanza, la riforma rende i nuovi magistrati tributari dipendenti dallo stesso Ministero, cioè del dicastero che è il titolare degli interessi sostanziali del processo.

A questo punto sorge  spontanea la domanda: gli attuali giudici tributari onorari, sono stati nominati su proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze (art. 9, primo comma, D.Lgs. n. 545/92) e perché solo oggi, dopo tanti anni, sentono la necessità di protestare?

Oltretutto, il Ministro dell’Economia e delle finanze, con proprio decreto, determina il compenso fisso mensile ed aggiuntivo spettante ai componenti delle Commissioni tributarie (art. 13, D.Lgs. n. 545/92); quindi, perché solo ora contestare e protestare quando gli attuali giudici tributari onorari hanno sempre saputo ed accettato la presenza invasiva del MEF?

In ogni caso, con la riforma finalmente si è creata la QUINTA MAGISTRATURA, con un ruolo autonomo dei magistrati tributari, reclutati con concorso pubblico, ai quali si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni dell’ordinamento giudiziario, di cui al regio decreto n. 12 del 30 gennaio 1941.

Oltretutto, non è escluso che il prossimo Parlamento modifichi la normativa, assegnando, giustamente, la gestione ed organizzazione della giustizia tributaria alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, come ho sempre sostenuto e come, peraltro, era previsto da quasi tutti i progetti di legge.

 

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A cura di Maurizio Villani

Martedì 13 settembre 2022

 

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