Il Decreto Cura Italia prolunga di 2 anni i temrini di accertamento e verifica in scadenza al 31 dicembre 2020, in pratica il Fisco potrà procedere fino al 31 dicembre 2022 ad accertamenti degli anni d’imposta 2015 e 2014 in caso di mancata presentazione della dichiarazione. Tale disposizione genera molti dubbi per il suo impatto sulle verifiche fiscali nei prossimi anni e per l’effetto di aumentare il contenzioso tributario.
Proroga termini di accertamento: le ragioni di contrasto con il Fisco saranno molteplici, sicuramente alimentate dall’art. 67, comma 4 del decreto che, anche sulla base della prima interpretazione fornita dall’Agenzia delle entrate determina, con riferimento al periodo d’imposta 2015 (e 2014 qualora non sia stta presentta la relativa dichiarazione), un allungamento dei termini di prescrizione e di decadenza degli uffici impositori di due anni (o più), quindi al 31 dicembre 2022.
Le criticità della disposizione: considerazioni preliminari
L’art. 67, comma 2 del decreto – legge n. 18 del 17/03/2020 così dispone:
“Con riferimento ai termini di prescrizione e decadenza relativi all’attività degli uffici degli enti impositori si applica, anche in deroga alle disposizioni dell’articolo 3, comma 3 della legge 27 luglio 2000, n. 212, l’articolo 12 del decreto legislativo 24 settembre 2015, n. 159”.
L’art. 12 citato stabilisce che:
“i termini di prescrizione e dec