la Riforma del Terzo Settore avrà effetti dirompenti per l’attività delle associazioni, ad esempio le prestazioni dovranno essere svolte prevalentemente dagli associati; la disciplina della decommercializzazione dei proventi non può essere applicata dagli altri enti del Terzo settore ancorché iscritti nel relativo registro unico nazionale
Le associazioni culturali, una volta che la riforma del Terzo settore (D.Lgs 3 luglio 2017, n 117) sarà entrata pienamente in vigore, non potranno più fruire della decommercializzazione dei proventi disciplinata dall’art. 148 del TUIR. Tuttavia, se si iscriveranno nel Registro unico nazionale del Terzo settore potranno ancora continuare a fruire della medesima disciplina a condizione di assumere la forma giuridica di associazione di promozione sociale. In questo caso, però, le modalità di esercizio dell’attività dovranno essere compatibili con tale forma. Conseguentemente le prestazioni dovranno essere svolte prevalentemente dagli associati.
La prima novità oggetto di esame è dovuta alle modifiche intervenute