Locazioni turistiche e IVA

dopo le norme della manovra correttiva vi è molta attenzione sulle locazioni turistiche, ecco un pratico ripasso del regime fiscale e delle novità riguardanti le locazioni brevi

locazioni-turisticheCome riportato dal documento della Fondazione Nazionale Commercialisti  datato 15.6.2016, l’attività di locazione turistica, secondo quanto riportato nel codice del turismo, consiste nella messa a disposizione totale o parziale di un immobile ad uso abitativo – quindi classificato in base alle categorie catastali A/1 (abitazioni di tipo signorile), A/2 (abitazioni di tipo civile), A/3 (abitazioni di tipo economico), A/4 (abitazioni di tipo popolare), A/5 (abitazioni di tipo ultrapopolare), A/7 (abitazioni in villini), A/8 (abitazioni in ville) e A/11 (abitazioni ed alloggi tipici dei luoghi) – a favore, principalmente, di turisti interessati a soggiorni di breve durata.

Essa può essere svolta attraverso:

– gli esercizi di affittacamere (“strutture ricettive composte da camere ubicate in più appartamenti ammobiliati nello stesso stabile, nei quali sono forniti alloggio ed eventualmente servizi complementari”);

– i bed and breakfast (“strutture ricettive a conduzione ed organizzazione familiare, gestite da privati in forma non imprenditoriale, che forniscono alloggio e prima colazione utilizzando parti della stessa unità immobiliare purché funzionalmente collegate e con spazi familiari condivisi”);

– le unità abitative ammobiliate ad uso turistico (“strutture case o appartamenti, arredati e dotati di servizi igienici e di cucina autonomi, dati in locazione ai turisti, nel corso di una o più stagioni, con contratti aventi validità non inferiore a sette giorni e non superiore a sei mesi consecutivi senza la prestazione di alcun servizio di tipo alberghiero” e possono essere gestite in forma imprenditoriale e non imprenditoriale).

Va tenuto presente che le definizioni sopra indicate hanno valore meramente amministrativo (e non fiscale) e differiscono fra Regione e Regione (vanno analizzate pertanto le normative specifiche territoriali) anche se, non essendovi (ad oggi) normative tributarie ad hoc, costituiscono una base di partenza per la qualificazione fiscale della struttura ricettiva.

 

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