Il piano di ristrutturazione dei debiti con omologazione rappresenta uno strumento efficace per superare la crisi d’impresa, offrendo soluzioni concordate con i creditori. Tuttavia, per essere ammesso, deve puntare al risanamento e alla continuità aziendale, non potendo limitarsi a una mera liquidazione del patrimonio.
Il Tribunale di Roma con decreto del 25/3/2025 si pronuncia sui requisiti del Piano di Ristrutturazione soggetto ad omologazione (in breve PRO) chiarendo come tale strumento risponda all’esigenza di favorire la ristrutturazione delle imprese risanabili (con continuazione diretta o indiretta dell’attività d’impresa) e non può avere, a pena di inammissibilità, carattere esclusivamente liquidatorio per effetto del quale la società cesserà dallo svolgimento di qualsiasi attività.
La disciplina peculiare del piano di ristrutturazione con omologazione
Il “piano di ristrutturazione soggetto omologazione” è una procedura di ristrutturazione introdotta nel codice della crisi in attuazione della Direttiva (UE) 2019/1023 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 20 giugno 2019.
Attraverso questo strumento il Governo ha dato attuazione alla previsione dell’art.11, paragrafo 1, della predetta direttiva “che richiede la previsione di un quadro di ristrutturazione che può prescindere dalle regole distributive delle procedure concorsuali ma che può essere omologato solo se approvato da tutte le parti interessate in ciascuna classe di voto”.
L’istituto (che pur modellato sul concordato preventivo, ne differisce so