La riforma sui criteri di scissione con scorporo e in tema di maturazione dell’holding period non risolve le criticità legate al regime PEX. Restano aperti punti importanti, come la questione dell’anzianità di possesso dei beni aziendali e la loro rilevanza rispetto alla titolarità dell’azienda. Approfondiamo come queste ambiguità normative possano influenzare l’interpretazione giurisprudenziale e le future applicazioni fiscali.
Relativamente allo scorporo dell’azienda, l’opzione legislativa prospettata all’art. 17 del Decreto Legislativo approvato in data 30 aprile 2024 (in base alla quale le partecipazioni ricevute in cambio dello scorporo dell’azienda si considerano immobilizzazioni finanziarie se vengono iscritte come tali nel bilancio della società scissa) non appare risolutiva ai fini dell’applicazione del regime PEX.
Holding period e scissione con scorporo
Il regime PEX e i limiti della nuova norma secondo la Cassazione
Anche la nuova norma non appare idonea ad avversare le indicazioni rinvenibili nel principio di diritto enunciato dalla Corte di Cassazione nella recente sentenza n. 8235/2023 in ordine al riscontro dei presupposti alla base del regime PEX.
Tale pronuncia, in ordine alla possibilità di fruire del regime PEX in caso di conferimento di un’azienda seguito dalla cessione della partecipazione ricevuta dal soggetto conferitario, aveva ritenuto, in ordine al presupposto temporale dell’anzianità di possesso della partecipazione, che l’art. 176, comma 4, T.U.I.R., nel riferire testualmente ai beni aziendali invece che “all’azienda”, intenda rendere chiaro come la rilevanza del periodo di possesso