Con la Riforma del Contenzioso Tributario la conciliazione delle controversie fiscali pendenti davanti alla cassazione diventa un istituto deflattivo stabile nell’ordinamento. Analizziamo bene le prospettive per contribuenti e difensori.
Il D.Lgs. 220 del 30 dicembre 2023, estende definitivamente la conciliazione giudiziale ordinaria (fuori udienza) anche alle controversie pendenti in Cassazione. Le norme sulla conciliazione fuori udienza si applicano, in quanto compatibili, anche alle controversie pendenti davanti alla Corte di Cassazione.
La conciliazione per le liti fiscali anche in Cassazione
Diventa a regime la conciliazione per le liti fiscali anche in Cassazione. Questa riforma offre una soluzione alternativa al procedimento giudiziario tradizionale del giudice di legittimità.
Con la conciliazione, le parti coinvolte, invece di prendere parte ad un lungo e costoso processo hanno la possibilità di trovare una soluzione concordata anche nel giudizio di legittimità.
La conciliazione davanti alla Cassazione permette di snellire i tempi di durata del processo tributario.
La conciliazione ordinaria
La conciliazione giudiziale è un vero e proprio atto negoziale; infatti, essa può avere a oggetto, oltre alla determinazione dell’imponibile, anche la misura dell’imposta che, quindi, può essere diminuita.
Non trattasi di atto autoritativo cui si aggiunge, in adesione esterna ma senza fondersi con esso, il consenso del contribuente.
Del resto, l’autonomia delle parti in ordine all’accordo comporta anche la possibilità di concordare un risultato finale complessivo riduttivo dell’entità del prelievo originariamente richiesto dall’amministrazione.
La conciliazione, in materia tributaria, è un procedimento con il quale il legislatore mira a ottenere la deflazione del contenzioso tributario sulla base di un accordo conciliativo, con natura transattiva, conveniente sia per contribuente che per l’ente impositore.
La conciliazione giudiziale è il mezz