La Corte di Cassazione ha chiarito l’applicazione dell’imposta di registro nella cessione di azienda, sottolineando l’importanza del valore complessivo dei beni aziendali. Ha stabilito che l’imponibile è costituito dal valore del complesso aziendale, consentendo la valutazione distinta per ogni diritto trasferito. In caso di corrispettivo unitario, si applica l’aliquota relativa al bene con aliquota più alta. La decisione enfatizza la necessità di considerare l’organizzazione autonoma dei beni per qualificare un atto come cessione d’azienda.
L’Imposta di registro nella cessione di azienda: i chiarimenti della Cassazione
La Corte di Cassazione ha chiarito le modalità operative di applicazione dell’imposta di registro in caso di cessione di azienda e determinazione del corrispettivo del compendio aziendale in modo unitario.
Nel caso di specie, la Commissione Tributaria Regionale aveva l’appello proposto dall’Agenzia delle Entrate, dichiarando legittimo l’avviso di liquidazione che aveva rideterminato l’imposta di registro, con applicazione di sanzioni ed interessi, relativa ad atto di cessione di ramo di azienda e successivo atto ricognitivo intervenuti tra due società.
Ricorso per Cassazione e violazione della normativa fiscale
Avverso tale sentenza le contribuenti proponevano infine ricorso per cassazione, deducendo, per quanto di interesse, la violazione del Dpr. n. 131 del 1986, art. 23, non avendo la Commissione Tributaria Regionale tenuto conto del fatto che la cessione di ramo di azienda era avvenuta con