Non è sufficiente invocare una vincita al Superenalotto per giustificare versamenti sui conti correnti: servono prove concrete e dettagliate. Una recente decisione chiarisce quanto sia stringente l’onere del contribuente quando si tratta di dimostrare l’origine lecita di somme rilevanti emerse da accertamenti bancari.
Accertamenti bancari e vincite al lotto: la prova deve essere puntuale
La Corte di Cassazione, richiamando un proprio precedente (Cassazione n. 2752/2009), ha confermato che, in tema di accertamento delle imposte sui redditi, qualora la relativa dichiarazione sia rettificata sulla base dell’accertamento di versamenti su conti correnti del contribuente, quest’ultimo, nel dedurre che le somme versate provengono da vincite al lotto, non può vincere la presunzione di riferibilità dei movimenti bancari ad operazioni imponibili limitandosi a produrre le ricevute di giocata – aventi la sola funzione, ai sensi dell’art. 10 della legge 2 agosto 1982, n. 528, di attestare la giocata del possessore e di consentirgli di richiedere il pagamento della vincita – ma ha l’onere di provare, in modo puntuale e specifico, l’avvenuta presentazione, per ognuna delle giocate, del relativo “scontrino” e, solo all’esito favorevole di tale riscontro, l’effettiva riconducibilità di ogni incasso delle