La disciplina dei contratti a termine oltre i 12 mesi resta un terreno complesso, tra esigenze aziendali e tutele del lavoratore. È stata prorogata la possibilità per le parti di individuare direttamente nel contratto le ragioni tecnico-organizzative che giustificano una durata più lunga. Una soluzione che apre spazi di flessibilità, ma anche margini di rischio interpretativo.
Causale nei contratti a termine: proroga fino al 31 dicembre 2026
La legge di conversione del decreto Economia ha esteso fino al 31 dicembre 2026 la possibilità, qualora non siano state previste causali da parte dei CCNL di riferimento (nazionale, territoriale o aziendale), di applicare ai contratti a termine più lunghi di 12 mesi, anche in virtù della sommatoria di precedenti contratti con lo stesso lavoratore, una causale specifica individuata dalle parti per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva.
Nota: la causale non è necessaria in caso di contratto a termine per motivi stagionali per previsione della contrattazione collettiva ovvero attività prevista dal D.P.R. n. 1525 del 1963.
Contratti a termine e causale tra le parti: il punto sulla normativa in vigore
Come noto, la regola generale prevede che la stipulazione del contratto di lavoro a tempo determinato acausale, cioè senza l’individuazione di una specifica esigenza, è possibile solo nel caso di termine di durata non sia superiore a dodici mesi.
In presenza di durata superiore ai 12 mes