Problematiche connesse alla riduzione in autotutela dell’importo della pretesa tributaria contenuta nell’avviso di accertamento originario.
È legittima la riduzione in autotutela, durante il procedimento tributario, dell’importo originariamente contenuto dall’avviso originario impugnato?
È legittima la continuazione del procedimento tributario in relazione alla residua pretesa erariale?
Il potere di autotutela dell’amministrazione tributaria, con riduzione dell’importo originariamente contestato, può essere esercitato dopo il termine di decadenza del potere accertativo ovvero è ammissibile l’esercizio del potere dell’Ufficio, nonostante la notifica eseguita oltre il termine di decadenza dall’atto rettificativo dell’accertamento originario?
L’annullamento parziale in via di autotutela è impugnabile?
Autotutela tributaria: ambito di operatività, limiti e posizione del contribuente
L’istituto dell’autotutela tributaria si armonizza con il precetto, di cui all’art. 53 della Costituzione, secondo il quale i contribuenti hanno il dovere di “concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva“.
L’autotutela è, quindi, uno degli strumenti più incisivi e rapidi per evitare che gli errori dell’Amministrazione finanziaria causino un pregiudizio eccessivo al contribuente.
L’analisi della genesi dell’autotutela in materia tributaria non può prescindere dal dettato costituzionale.
Rilevano, in particolare, gli articoli 23 e 53 secondo i quali, rispettivamente:
“nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge”
e
“tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”.
Queste due disposizioni sanciscono, da una parte, il diritto del fisco ad esigere il tributo e, dall’altra parte, l’obbligo del contribuente a corrispondere lo stesso solo nei casi e nelle misure previste dalla legge, unica legittimata a fissare i criteri di determinazione della capacità contributiva.
Principio di capacità contributiva e buona amministrazione
Al contribuente può essere chiesto di pagare solo in base alla propria effettiva capacità contributiva e non più di quanto effettivamente dovuto.
Dal rispetto dei principi costituzionali di capacità contributiva e di buona amministrazione, deriva l’obbligo dell’amministrazione finanziaria di verificare costantemente la sussistenza delle condizioni che legittimano la pretesa fiscale.
L’autotutela mira alla corretta determinazione dell’imposta, in applicazione dei principi che regolano l’attività impositiva.
Il fine dell’autotutela è che il contribuente abbia diritto ad una tassazione equa ed informata al principio di capacità contributiva sancito dalla nostra Costituzione.
I princìpi costituzionali in materia di attività amministrativa e quelli posti a tutela di una tassazione equa e conforme alla legge devono indurre a ritenere che l’Amministrazione finanziaria non goda di una discrezionalità assoluta, non solo nella determinazione dell’imposta, ma anche nel momento del riesame dell’atto impositiva.
Uno dei problemi di maggiore rilevanza è quello di capire l’ambito di operatività dell’autotutela, i limiti cui essa è soggetta, nonché la posizione del contribuente.
Riduzione in autotutela: alcuni dubbi da risolvere
È legittima la riduzione in autotutela, durante il procedimento tributario, dell’importo originariamente contenuto dall’avviso originario impugnato?
È legit