A seguito della sentenza della Corte di Giustizia Europea che ha messo in guardia dall’utilizzo non genuino del distacco in ambito transnazionale, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro fornisce nuove linee guida per l’attività ispettiva allo scopo di riuscire a individuare in maniera più corretta quei casi nei quali l’assunzione dei lavoratori in un Paese, per poi essere distaccati in un altro, corrisponde in realtà a una distorsione del mercato del lavoro e a una diminuzione delle tutele.
Distacco transnazionale: l’attività di vigilanza dell’INL
Il distacco transnazionale è una operazione che comporta la necessità da parte dell’Ispettorato del Lavoro in sede di vigilanza di effettuare delle valutazioni che possono in qualche modo permettere di comprendere la regolarità e la genuinità dell’operazione compiuta.
A ben vedere molti possono essere i meccanismi non genuini per i quali si utilizza il distacco, ad esempio creare un vero e proprio dumping e di conseguenza “eludere” i costi di assunzione e previdenziali dei lavoratori che risiedono nel Paese in cui è necessario svolgere un certo servizio, assumendo soggetti in Paesi nei quali i costi del lavoro sono inferiori, per poi distaccarli nel primo Paese.
Proprio allo scopo di prevenire attività di distacco transnazionale non genuine, l’Ispettorato del Lavoro ha pubblicato un apposito Vademecum, utile tanto per l’attività di vigilanza quanto per datori di lavoro e loro consulenti, in modo da riconoscere subito quali