Quale impatto può avere l’intelligenza artificiale come strumento di controllo dei dipendenti? In assenza di una normativa adeguata alla tecnologia attuale, quali sono le norme applicabili? Quali sono le decisioni dei tribunali sul tema?
L’intelligenza artificiale, intesa come insieme di tecnologie in grado di apprendere, elaborare e generare output a partire da grandi quantità di dati, sta trasformando in profondità le dinamiche organizzative delle imprese. L’impiego di algoritmi di machine learning e di strumenti di analisi predittiva nella gestione del personale solleva una questione centrale per il diritto del lavoro: quella del controllo sull’attività dei dipendenti, ovvero della sottile linea che separa il legittimo esercizio del potere direttivo dalla sorveglianza invasiva e sproporzionata.
La cornice normativa di riferimento resta l’art. 4 dello Statuto dei lavoratori, ma è ormai evidente come le innovazioni tecnologiche spingano tale disposizione ai limiti della propria capacità regolativa, sollecitando un’interpretazione evolutiva fondata sulla combinazione tra diritto interno e fonti sovranazionali.
La normativa sul controllo dei dipendenti
L’impatto dell’IA sulla gestione dei dipendenti
L’attuale formulazione dell’art. 4, introdotta dal D.Lgs. n. 151/2015 nell’ambito del Jobs Act, ha superato l’impostazione originaria della L. n. 300/1970, che vietava in modo assoluto l’installazione di impianti audiovisivi diretti al controllo a distanza. La norma oggi ammette l’installazione e l’uso di strumenti che consentano anche indirettamente tale controllo, purché per finalità determinate — esigenze organizzative, produttive, di sicurezza o di tutela del patrimonio — e previo espletamento di specifiche garanzie procedurali. In presenza di rappresentanze sindacali, è richiesto un accordo collettivo, mentre in assenza di esse l’azienda deve ottenere un’autorizzazione espressa da parte dell’Ispettorato territoriale del lavoro.
Resta esclusa, in modo categorico, l’applicazione dell’istituto del silenzio-assenso nell’ambito della procedura autorizzatoria prevista dall’art. 4 dello Statuto dei lavoratori, come espressamente chiarito dal Ministero del lavoro . Ciò signifi