L’assegnazione di veicoli aziendali ai dipendenti nasconde implicazioni fiscali, contributive e contrattuali a volte sottovalutate. Uso esclusivo, promiscuo o personale non sono semplici etichette, ma categorie che incidono in modo diretto sulla busta paga e sui doveri del lavoratore. Scopriamo quando serve una lettera formale e cosa evitare per non incorrere in contestazioni.
Assegnazione di auto e/o moto ai dipendenti: uso professionale, promiscuo o personale?
L’evoluzione tecnologica unita alla pandemia e all’esigenza di ridurre le emissioni di anidride carbonica ha spinto le aziende a riconsiderare gli spostamenti dei dipendenti a beneficio di strumenti che consentono un contatto a distanza con clienti, fornitori e colleghi; determinate realtà economiche, in cui sono presenti figure professionali che necessitano comunque di una presa di contatto diretta, in particolare con la clientela, sono chiamate ancora oggi ad assegnare ai dipendenti i mezzi di trasporto (auto e moto) indispensabili per rendere la prestazione lavorativa.
Nel momento in cui il datore di lavoro attribuisce un veicolo al dipendente le conseguenze in busta paga sono un aspetto non trascurabile, dal momento che in talune ipotesi l’assegnazione stessa si qualifica come retribuzione in natura, come tale soggetta a contributi e tasse.
Analizziamo la questione in dettaglio.
Tre tipologie di assegnazione
In concreto il datore di lavoro ha tre opzioni di assegnazione del v