La sostenibilità sociale non è più solo un’espressione di buona volontà, ma un elemento strategico che ridisegna il ruolo dell’impresa nel contesto economico e sociale. Superata la visione filantropica, la rendicontazione sociale si fa strumento di governance, tra obblighi informativi, gestione dei rischi e aspettative crescenti degli stakeholder. Ma come misurare davvero l’impatto sociale?
Rendicontazione di sostenibilità: è davvero possibile misurare l’etica d’impresa?
L’evoluzione della cornice normativa europea in materia di rendicontazione di sostenibilità ha dato impulso a una fase di radicale rielaborazione concettuale, nella quale la dimensione sociale viene riconosciuta in termini ben più ampi rispetto alla tradizionale visione filantropica della responsabilità aziendale.
La quindicesima edizione dell’Informativa Reporting di Sostenibilità (IRS), recentemente emanata dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, si concentra su un argomento di particolare rilevanza nel dibattito contemporaneo: la rendicontazione sociale d’impresa alla luce dei più recenti standard europei.
Il documento si prefigge una duplice finalità: da un lato, esaminare in modo critico l’evoluzione storica e le principali problematiche applicative connesse all’adozione degli standard ESRS in materia di disclosure sociale; dall’altro, delineare una struttura interpretativa capace di armonizzare i vincoli normativi, le esigenze di governance e le aspettative degli stakeholder, evidenziando al contempo le lacune ancora presenti nel panorama della ricerca e le potenzialità di sviluppo futuro all’interno della letteratura di settore.
Gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS)
L’attuale struttura degli European Sustainability Reporting Standards (ESRS) prevede la rendicontazione degli aspetti sociali come elemento chiave per la comprensione dei rischi, degli impatti e delle opportunità correlati all’attività d’impresa. Nel quadro