Il cambio di appaltatore, specie se avviene durante la vigenza del contratto, solleva rilevanti criticità nella gestione dei lavoratori coinvolti. La riassunzione da parte del nuovo contraente può infatti dar luogo al rischio di una riqualificazione come trasferimento d’azienda. Tra obblighi di assorbimento, clausole sociali, dimissioni o licenziamenti, il datore di lavoro è chiamato a orientarsi in un quadro normativo complesso. Quali sono le tutele per il datore di lavoro e quali gli adempimenti da rispettare?
Cambio di appaltatore e rapporti di lavoro: obblighi del datore di lavoro e tutele per i dipendenti
Nella vita di un’impresa è frequente l’ipotesi di un’attività svolta a beneficio di un soggetto terzo (il committente) con organizzazione di mezzi necessari e con gestione a proprio rischio.
L’attività in questione (opera o servizio) è resa nel rispetto di un contratto di appalto ed ha come contropartita l’erogazione di una somma in denaro a beneficio dell’impresa stessa, in qualità di appaltatore.
In considerazione del fatto che l’esecuzione dell’appalto comporta un impegno lavorativo non trascurabile, le imprese ricorrono di norma all’assunzione di nuovo personale, dedicato quasi esclusivamente all’appalto stesso.
Una volta arrivato a conclusione il contratto di appalto, può verificarsi l’ipotesi del subentro di un nuovo appaltatore.
In situazioni simili la legge, il contratto collettivo nazionale di lavoro o la clausola del contratto di appalto, possono disporre il passaggio dei dipendenti in forza alla realtà s