I soci lavoratori vengono ricompresi nel computo per l’applicazione della tutela reale prevista dall’art. 18 della L. n. 300/1970 (Statuto dei Lavoratori): così ha stabilito la Cassazione, andando a creare un importante precedente per i casi che verranno portati innanzi ai giudici nel prossimo futuro. Ciò deriverebbe dal fatto che la L. n. 142/2001 innova il ruolo del socio lavoratore la cui prestazione è così parificabile a quella del lavoratore subordinato
I soci lavoratori vengono ricompresi nel computo per l’applicazione della tutela reale prevista dall’art. 18 della L. n. 300/1970 (Statuto dei Lavoratori): così ha stabilito la Suprema Corte con la sentenza n. 6947/2019, la quale va a creare un importante precedente per i casi che verranno portati innanzi ai giudici nel prossimo futuro.
Ciò deriverebbe dal fatto che la L. n. 142/2001 innova il ruolo del socio lavoratore la cui prestazione è così parificabile a quella del lavoratore subordinato.
Cambia l’orientamento della giurisprudenza
Con una delle ultime sentenze pubblicate dalla Corte di Cassazione – precisamente la sentenza n. 6947 dello scorso 11 maggio 2019 – è cambiato l’orientamento giurisprudenziale con riferimento al computo dei lavoratori per il calcolo del limite dimensionale necessario al fine di applicare la tutela reale di cui all’art. 18 della L. n. 300/1970.
Infatti, come noto l’articolo 18 della Legge n. 300/1970 fa un discrimine per la tutela reale tra aziende con un numero inferiore a 15 dipendenti e aziende con un numero superiore a 15 dipendenti; l’ulti