Il lavoro supplementare può interessare anche i dipendenti part-time. In quali casi tale lavoro diventa straordinario?
Il contratto a tempo parziale pur essendo utilizzato per far fronte a un’esigenza del datore di lavoro di avere a disposizione una prestazione temporalmente ridotta rispetto a quella dei dipendenti full-time non preclude lo svolgimento di ore aggiuntive rispetto a quelle contrattualmente previste.
Nel momento in cui il dipendente totalizza un numero di ore eccedenti la quantità indicata nel contratto di assunzione (o nelle intese successivamente intercorse con l’azienda) si parla di lavoro supplementare o, al contrario, di straordinario.
Qual è il discrimine tra le due fattispecie e che differenza ci sono a livello retributivo?
Analizziamo la questione in dettaglio.
Quando scatta il lavoro supplementare?
Nei contratti di lavoro a tempo parziale si qualifica come supplementare l’attività svolta oltre l’orario concordato a livello individuale, in relazione alle giornate, alle settimane o ai mesi e fino al limite dell’orario normale previsto dalla contrattazione collettiva per il tempo pieno (articolo 6, comma 1, Decreto Legislativo 15 giugno 2015, numero 81).
Assumendo ad esempio il caso del Contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) Cooperative Sociali, in cui il tempo pieno è fiss