Il finanziamento dei soci rappresenta una risorsa strategica per molte imprese, quale alternativa al credito bancario. L’articolo analizza natura, trattamento contabile, implicazioni in bilancio e obblighi di controllo per il revisore, con focus anche sulla postergazione e sulla gestione accentrata della tesoreria nei gruppi societari.
Finanziamenti dei soci: disciplina civilistica, rilevazione contabile e controlli del revisore
Il finanziamento soci è uno strumento molto utilizzato dalle piccole e medie imprese per apportare liquidità e si pone spesso come alternativa al finanziamento bancario dal momento che, generalmente, non necessita di garanzie, fidejussorie o ipotecarie in particolare.
Dal punto vista contabile la posta è esposta nell’aggregato D3 del passivo dello stato patrimoniale che include tutti i finanziamenti concessi dai soci all’azienda, per i quali è previsto il rimborso.
Compito del revisore è quello di verificare la documentazione relativa al finanziamento, le condizioni di restituzione previste nella delibera e le contabili attestanti il rimborso del prestito.
Finanziamenti dei soci in condizioni critiche: postergazione e ruolo del socio influente
Sono attratti nell’ambito della casistica definita dall’art. 2467 c.c., i finanziamenti in qualsiasi forma effettuati, che sono stati concessi in un momento in cui, anche in considerazione del tipo di attività esercitata dalla società, risulta un eccessivo squilibrio dell’indebitamento rispetto al patrimonio netto oppure in una situazione finanziaria della società nella quale sarebbe stato ragionevole un conferimento.
La postergazione rispetto a creditori sociali opera qualora la concessione sia stata effettuata:
- in una situazione finanziaria per cui sarebbe stato ragionevole un conferimento, ovvero
- in presenza di un eccessivo squilibrio dell’indebitamento rispetto al patrimonio netto, tenuto conto del tipo di attività esercitata.
In ambito giurisprudenziale (Trib. Venezia 10.02.2011, Trib. Udine 21.02.2009, Trib. Pistoia 21.09.2008) è stato statuito che la postergazione costituisce un principio generale di corretto funzionamento dell’impresa che deve operare anche per le S.p.a., quando,