La cessione dell’usufrutto torna al centro del dibattito fiscale, tra interpretazioni discutibili e conseguenze paradossali. Quando un unico atto genera due redditi e nessuna spesa è detraibile, qualcosa non torna. È davvero possibile tassare ciò che rappresenta una perdita patrimoniale? Un nodo logico e giuridico ancora tutto da sciogliere.
Cessione di usufrutto e redditi diversi: una tassazione senza logica né costi deducibili
Ritorniamo su un tema anche di recente da noi trattato (“Unica cessione di immobile, due tipologie di reddito?” sempre ne Commercialista Telematico del 28 maggio 2025) per un approfondimento, ad ulteriore dimostrazione della assoluta irrazionalità della impostazione data dall’Agenzia delle Entrate.
La questione riguarda l’inserimento tra i redditi diversi di ogni cessione di usufrutto, riaffermata da poco anche nel caso di cessione unitaria dell’intero bene, cessione che non sarebbe stata tassata, lo diventerebbe invece qualora nella cessione contenesse due diritti parziali, nuda proprietà ad un soggetto e usufrutto ad un altro. Secondo l’Agenzia delle Entrate la cessione dell’usufrutto è tassabile, quale reddito diverso, ex art 67, let