ESG e società calcistiche: le politiche UEFA e l’influenza degli investitori americani

La direttiva UE 2464/2022 impone alle squadre di calcio di affrontare la sostenibilità ambientale, sociale e di governance (ESG). La UEFA, con la strategia “Strength Through Unity”, e il calcio italiano, con “Uniti per la Sostenibilità”, hanno delineato politiche e obiettivi da raggiungere entro il 2030. Juventus, Milan e Inter sono esempi di club attivi nella sostenibilità. Questo cambiamento richiede nuovi dirigenti sportivi formati su temi di sostenibilità per gestire le società in modo redditizio.

La direttiva UE 2464/2022 (cosiddetta direttiva CSRD), che introduce l’obbligo di rendicontazione societaria di sostenibilità, costringe le squadre di calcio ad intervenire sui tre pilastri della sostenibilità: sostenibilità ambientale, sostenibilità sociale e sostenibilità a livello di governance (da cui la sigla ESG, appunto Environmental, Social and Governance).

 

ESG e società calcistiche

esg società calcisticheIn materia di sostenibilità sociale e ambientale, la UEFA si è così attivata attraverso la strategia Strength Through Unity, che prevede sette politiche di sostenibilità sociale (antirazzismo, tutela dei minori e dei giovani, uguaglianza e inclusione, calcio per tutte le abilità, salute e benessere, sostegno ai rifugiati ed emergenza e diritti) e quattro di sostenibilità ambientale (economia circolare, emergenza climatica, sostenibilità degli eventi e sostenibilità delle infrastrutture) con obiettivi per ognuna di esse da attuarsi entro il 2030.

Il calcio italiano ha recepito le politiche di sostenibilità UEFA nella sua strategia “Uniti per la Sostenibilità”.

Ad oggi diverse squadre italiane si sono attivate per raggiungere gli obiettivi della UEFA in materia di sostenibilità sociale e ambientale e anche per raggiungere la sostenibilità economica.

 

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Gli esempi Juventus, Milan e Inter

La Juventus, ad esempio, è stata uno dei primi club calcistici italiani ad affrontare il tema della sostenibilità, addirittura quando ancora la UEFA non lo aveva ancora posto.

Attualmente la società, all’interno del suo Consiglio di Amministrazione, ha istituito un Comitato ESG, che possa curare il raggiungimento o il mantenimento degli obiettivi della società in materia di sostenibilità ed è stata la prima al mondo ad edificare uno stadio ecocompatibile.

Il Milan invece, prima società italiana a farlo, ha redatto il suo primo report di sostenibilità nel 2013: nella lettera agli stakeholder al primo report, l’allora a.d. Adriano Galliani e l’allora consigliere d’amministrazione Barbara Berlusconi avevano dichiarato:

‹‹Il Milan, consapevole dei valori che rappresenta a livello globale, ha intrapreso un percorso di responsabilità sociale, capitalizzando il patrimonio valoriale e culturale a fondamento della sua storia, convinto del valore sociale del calcio e della sua capacità di creare sogni, sentimenti, aspettative e valori per milioni di persone››.

L’ultimo report di sostenibilità mostra una realtà che si sta rafforzando dal punto di vista economico grazie all’aumento dei ricavi e alla riduzione dell’indebitamento finanziario netto, che ha completato tutta la filiera relativa al settore giovanile femminile e che ha potenziato il settore giovanile maschile.

Per quanto riguarda la sostenibilità ambientale, il Milan costruirà il nuovo stadio nel territorio del Comune di San Donato Milanese, grazie ad un accordo tra l’amministrazione comunale e la società calcistica, approvato di recente da Regione Lombardia.

Ma Juventus e Milan non sono gli unici club italiani ad avere affrontato il tema della sostenibilità: con l’arrivo sulla scena italiana ed europea di grandi gruppi americani (per lo più fondi di investimento) che acquisiscono le società calcistiche al solo scopo di ottenere dalle stesse un profitto, si chiude l’era degli imprenditori che, al solo fine di aumentare la loro visibilità, acquistavano squadre di calcio senza un vero e proprio interesse per una gestione sostenibile dal punto di vista sociale, ambientale ed economico ed inizia una nuova fase in cui le società prestano particolare attenzione a queste tematiche. È il caso dell’Inter, il cui neopresidente Giuseppe Marotta, all’indomani dell’acquisizione della società da parte del fondo di investimenti Oaktree Capital Management ha dichiarato:

«Dobbiamo garantire sostenibilità che passa attraverso non solo i finanziamenti ma anche attraverso l’aumento dei ricavi e la valorizzazione delle risorse commerciali e non solo».

Oltre all’Inter, che è uno dei club più forti a livello europeo, vediamo questa tendenza anche in club meno quotati a livello internazionale: il Parma Calcio, ad esempio, dal 2020 di proprietà del Krause Group Ltd., è attivo sul fronte della sostenibilità avendo raggiunto ottimi risultati in ciascuna delle undici politiche della UEFA. Inoltre, la società, grazie ad una proficua collaborazione con il Comune di Parma, sta riqualificando lo Stadio Ennio Tardini, con l’obiettivo di renderlo un punto di riferimento per la sostenibilità ambientale, grazie all’installazione dei pannelli fotovoltaici, al recupero di acque piovane e alla riduzione delle emissioni.

 

I nuovi dirigenti sportivi

La nuova sensibilità del mondo del calcio verso queste tematiche porta all’entrata in scena di un nuovo tipo di dirigente sportivo: accanto all’esperto di calcio e di tattiche sportive, che molto spesso è un calciatore che si è ritirato, dovranno esserci figure formate sui temi della sostenibilità e che siano in grado di gestire le società in modo da ricavarne utili.

 

Andrea Ziletti

Sabato 20 luglio 2024

 

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