Quando un’azienda decide di passare a un nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL), si avventura in un processo che richiede grande attenzione e una pianificazione meticolosa. Ecco quando tale passaggio è possibile e quali sono le criticità da affrontare.
Il contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) rappresenta una delle principali (se non addirittura la principale) fonte di regolamentazione del rapporto di lavoro dipendente, dal momento che disciplina i trattamenti economici e normativi minimi, comuni per tutti i lavoratori del settore produttivo interessato, ovunque impiegati. Considerata l’importanza del CCNL, la procedura di migrazione verso un nuovo contratto collettivo, passaggio a nuovo ccnl, pur essendo possibile, rappresenta un momento particolarmente delicato, il quale richiede una serie di attenzioni e cautele da parte del datore di lavoro.
Analizziamo la questione in dettaglio.
Il datore di lavoro è iscritto alle organizzazioni di rappresentanza?
Un primo aspetto da considerare in caso di cambio del CCNL applicato riguarda l’iscrizione o meno dell’azienda all’organizzazione datoriale che ha stipulato il contratto collettivo.
Quest’ultimo infatti ha efficacia soggettiva nei confronti degli iscritti all’organizzazione sindacale stipulante, in virtù del mandato rappresentativo che il datore di lavoro stesso ha conferito all’organizzazione all’atto dell’adesione.
Il datore di lavoro che si trova in una situazione c