Trattiamo il tema dell’inammissibilità dell’appello nelle ipotesi di mancanza o di assoluta incertezza della indicazione della commissione tributaria a cui è diretto, dell’appellante e delle altre parti nei cui confronti è proposto, degli estremi della sentenza impugnata, dell’esposizione sommaria dei fatti, dell’oggetto della domanda e dei motivi specifici dell’impugnazione
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11876 del 15 maggio 2018, torna ad occuparsi della inammissibilità dell’appello nelle ipotesi di mancanza o di “assoluta incertezza” della indicazione della commissione tributaria a cui è diretto, dell’appellante e delle altre parti nei cui confronti è proposto, degli estremi della sentenza impugnata, dell’esposizione sommaria dei fatti, dell’oggetto della domanda e dei motivi specifici dell’impugnazione.
Tale elencazione è prevista all’ art. 53 del D.Lgs n.546/92, che espressamente prevede detta sanzione di inammissibilità e che ricalca il contenuto dell’art. 18, medesimo decreto, in tema di vizi del ricorso.
La Corte, nell’occasione, era chiamata a vagliare la decisione della competente commissione tributaria regionale con la quale si dichiarava inammissibile un appello proposto dall’Agenzia delle entrate poiché il gravame, in epigrafe, era stato diretto contro una società estinta in persona del suo ex liquidatore, quale rappresentante legale e non contro la stessa persona in proprio quale ex liquidatore ed ex socio della stessa, ove la rappresentazione di tale quadro era suscett