Ieri pomeriggio il governo ha emanato l’atteso decreto Correttivo della Riforma Fiscale. Vediamo, nelle parole del vice ministro Leo, le principali novità del provvedimento ancora non pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Il provvedimento interviene in modo mirato su cinque ambiti fondamentali: adempimenti e versamenti, accertamento, concordato preventivo biennale, sanzioni e contenzioso. In particolare, vengono semplificati gli obblighi e le modalità di alcuni adempimenti.
Già a partire dai dati dell’anno 2025, ai fini della precompilata, la trasmissione dati relativi alla tessera sanitaria avverrà con cadenza annuale anziché semestrale. Per i sanitari l’esenzione dalla fatturazione elettronica diventa lo standard.
Vengono poi semplificati anche gli adempimenti dei forfetari, prevedendo il versamento trimestrale, anziché mensile, dell’IVA relativa agli acquisti soggetti al meccanismo del reverse charge.
Sul fronte del contenzioso, la misura principale di semplificazione riguarda la possibilità da parte del difensore di attestare la conformità del documento a quello analogico in suo possesso (e non all’originale). Inoltre, al fine di ridurre il contenzioso pendente davanti la Corte di Cassazione viene esteso l’istituto della conciliazione fuori udienza a tutti i giudizi pendenti, anche a quelli prima del 4 gennaio 2024.
Rispetto al tema sanzioni, sono state recepite le osservazioni delle commissioni parlamentari concernenti, in particolare, quelle in ambito doganale. Per i trasgressori sarà prevista la possibilità di richiedere il riscatto delle merci confiscate in via amministrativa previo pagamento del valore doganale delle stesse, dei diritti dovuti, degli interessi, delle sanzioni e delle spese sostenute per la gestione.
In materia di accertamento, viene estesa la disciplina dell’accertamento con adesione anche alle imposte indirette diverse dall’IVA (come, ad esempio, l’imposta di registro). Inoltre, a decorrere dal 31 dicembre 2025 per gli atti impositivi emessi dall’Agenzia delle entrate non si applicherà più la sospensione dei termini di 85 giorni introdotta a causa della pandemia da COVID.
Per ultimo passiamo al Concordato Preventivo Biennale, al quale si aggiungono ulteriori disposizioni chieste dalle categorie professionali ed imprenditoriali al fine di semplificare ulteriormente l’istituto: il termine per l’adesione è posticipato al 30 settembre (anziché al 31 luglio), e la semplice notifica di un avviso bonario non ne determina la decadenza che si configura solo nel caso di mancata regolarizzazione dello stesso entro gli ordinari 60 giorni. Infine per i contribuenti con un punteggio ISA superiore a 8 ci saranno limiti agli aumenti di reddito proposti dal Fisco.