Il rifiuto di un dipendente part-time di aumentare l’orario settimanale può condurre al licenziamento se non esistono soluzioni organizzative alternative? Un recente caso di Cassazione riapre il dibattito…
Licenziamento per GMO del part-time: legittimo se il rifiuto dell’aumento orario blocca l’organizzazione
Il licenziamento per Giustificato Motivo Oggettivo del dipendente a tempo parziale è legittimo se in ragione del suo rifiuto di ritoccare l’orario di lavoro non esiste altra soluzione ragionevole se non quella di aumentare l’impegno settimanale.
Questo il pensiero della Corte di Cassazione, a seguito del ricorso avanzato da una lavoratrice licenziata per giustificato motivo oggettivo a causa del passaggio dei clienti a lei assegnati (a seguito del rifiuto opposto alla richiesta aziendale di incrementare l’orario di lavoro) ad un collega assunto a tempo pieno.
A causa della mancanza di lavoro e dell’impossibilità di ricollocare la persona in altre attività aziendali il datore di lavoro si è trovato costretto a interrompere il rapporto per giustificato motivo oggettivo.
Analizziamo la questione in dettaglio.
I fatti all’origine della controversia
La controversia all’esame della Cassazione trae origine dalla decisione della Corte di Appello di Milano sulla legittimità del licenziamento per giustificato motivo oggettivo intimato dal datore di lavoro a fronte del rifiuto opposto da una dipendente a tempo parziale di incrementare il suo orario lavora