Il part-time consente un orario ridotto rispetto al tempo pieno, ma cosa succede se l’azienda vuole cambiarlo? Il lavoratore può opporsi? E quali sono le conseguenze? Scopriamo come funziona davvero la variazione dell’orario part-time e quali tutele sono previste per entrambe le parti.
Il contratto part-time: variazioni di orario e limiti legali
Il part-time rappresenta una particolare modalità di svolgimento della prestazione lavorativa in cui le parti stabiliscono di comune accordo un orario ridotto rispetto a quello a tempo pieno previsto dalla legge (Decreto Legislativo 8 aprile 2003, numero 66) o dalla contrattazione collettiva.
Il contratto di lavoro part time
Il contratto a tempo parziale, disciplinato dal Decreto Legislativo 15 giugno 2015, numero 81 (articoli dal 4 al 12), può essere contemplato sin dall’avvio della collaborazione ovvero a seguito di trasformazione di un rapporto full-time.
In entrambe le ipotesi, una volta che le parti, di comune accordo, hanno stabilito lo svolgimento del rapporto a tempo parziale, può sorgere, ad esempio in capo all’azienda, la necessità di variare l’orario precedentemente concordato, aumentandolo o diminuendolo ma restando sempre nell’alveo del part-time.
A fronte della necessità datoriale di modificare l’orario a tempo parziale, quali alternative ha il dipendente? Quest’ultimo può rifiutare la proposta dell’azienda?
Analizziamo la questione in dettaglio.