Rientrare in Italia dopo tre anni di assenza può offrire vantaggi fiscali rilevanti per chi ha maturato esperienze all’estero. Il nuovo regime premia i lavoratori qualificati, con benefici maggiori in presenza di figli o casa di proprietà.
Lavoratori impatriati: le nuove agevolazioni fiscali
Una delle agevolazioni fiscali di maggior impatto per i lavoratori dipendenti è senza ombra di dubbio quella riconosciuta a italiani e stranieri (cosiddetti impatriati) i quali trasferiscono la residenza nel territorio dello Stato a partire dal periodo d’imposta 2024, senza essere stati residenti in Italia nei 3 anni precedenti il predetto trasferimento.
I soggetti in questione, a norma dell’articolo 5, Decreto Legislativo 27 dicembre 2023, numero 209, vedono calcolate l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF) e le relative addizionali regionali e comunali su una base imponibile ridotta rispetto a quella ordinaria, con un vantaggio in termini economici rappresentato da ritenute fiscali inferiori a quelle teoricamente previste.
Sui requisiti richiesti ai dipendenti si è espressa recentemente l’Agenzia Entrate con tre distinte risposte ad interpello, datate tutte 12 marzo 2025.
Analizziamo la questione in dettaglio.
A chi spetta l’agevolazione impatriati?
A norma dell’articolo 5, Decreto Legislativo numero 209/2023 l’agevolazione impatriati interessa il reddito di lavoro dipendente, assimilato e di lavoro autonomo (non forfettario), prodotto in Italia da lavoratori italiani o stranieri, assunti con contratto a termine o a tempo indeterminato, i quali trasferiscono la residenza sul t