Il patto di prova è una clausola cruciale nei contratti di lavoro, permettendo a datore e dipendente di valutare reciprocamente l’idoneità al ruolo. Tuttavia, una formulazione imprecisa o generica può comprometterne la validità e portare a contenziosi. Scopri come una job description dettagliata e un’attenta gestione del periodo di prova possano tutelare entrambe le parti.
Il patto di prova fra datore e lavoratore
Il patto di prova è una clausola contrattuale disciplinata dall’art. 2096 del Codice Civile che consente al datore di lavoro e al lavoratore di verificare reciprocamente la convenienza del rapporto di lavoro prima di confermarlo definitivamente.
Esso deve essere stipulato, pena la nullità assoluta dello stesso, in forma scritta anteriormente o contestualmente all’inizio del rapporto di lavoro: nella prassi il patto di prova viene inserito, sotto forma di apposita clausola, all’interno del contratto individuale di lavoro all’atto dell’assunzione.
La prova mira a valutare le qualità professionali del lavoratore, nonché il suo approccio e la sua personalità complessiva, in riferimento allo svolgimento della mansione assegnata[1]. Nello specifico durante questo periodo, il datore di lavoro può legittimamente valutare diversi aspetti quali le capacità tecnico-professionali relative alle competenze specifiche richieste; il rendimento lavorativo in termini di produttività e qualità; l’attitudine al lavoro come capacità di apprendimento e adattabilità; il comportamento nell’ambiente di lavoro, inclusi puntualità e rispetto delle regole aziendali; le capacità relazionali con colleghi, superiori e clienti; infine, l’affidabilità e la responsabilità nello svolgimento delle mansioni assegnate. È fondamentale che questa valutazione sia pertinente alle mansioni concordate, oggettiva e non discriminatoria, evitando elementi estranei all’attività lavorativa. Il datore non può considerare infatti aspetti come opinioni politiche, religiose o sindacali, orientamento sessuale, stato civile, gravidanza, malattia o altre caratteristiche personali non rilevanti per le mansioni.
Il patto deve avere una durata compresa entro il periodo massimo stabilito dalla legge (6 mesi per tutti i lavoratori e 3 mesi per gli impiegati non aventi funzioni direttive) o dal contratto collettivo in relazione alla categoria e