La riforma dell’imposta di successione ha eliminato l’istituto del coacervo, ovvero il meccanismo di calcolo che cumulava le donazioni pregresse per determinare la franchigia disponibile. Tuttavia, persistono alcune incertezze applicative per quanto riguarda l’imposta sulle donazioni.
Imposta su successioni e donazioni: razionalizzazione e novità legislative del 2024
Il decreto legislativo n. 139 del 18 settembre 2024 è intervenuto su vari aspetti relativamente all’imposta sulle successioni e donazioni. Non si è trattato di stravolgimenti normativi, quanto piuttosto di interventi di razionalizzazione e in parte di adeguamento agli orientamenti giurisprudenziali nel frattempo raggiunti.
Abbiamo già sinteticamente analizzato le principali novità (“Riforma della imposta sulle successioni e donazioni: le principali novità”, su Commercialista Telematico del 18 aprile 2024).
In particolare, è stato chiarito che le donazioni indirette non sono soggette ad imposta, se non in quanto ne sia registrato un atto o fatta esplicita dichiarazione in sede accertativa, è stata prevista la autoliquidazione della imposta ed è prevista la esenzione per le partecipazioni anche nel caso di controllo già in essere, non solo raggiunto.
È anche eliminata la pretesa che si tratti di società esercenti attività di impresa, per poter godere della esenzione al rispetto dei presupposti necessari, o almeno così sembrerebbe. E si è poi dettato un particolare regime per i Trust.
Il legislatore è intervenuto anche sul tema del coacervo delle donazioni, adeguando le norme alle interpretazioni dottrinarie e giurisprudenziali, spesso in contrasto con quelle dell’Amministrazione finanziaria.
L’abrogazione del coacervo
Ora il coacervo delle donazioni nelle successioni è stato esplicitamente abrogato dal D.Lgs 139/2024, norma che entrerà in vigore l’1 gennaio 2025. Ma trattandosi di norma che ha recepito i numerosi recenti orientamenti giurisprudenziali i