Qual è il limite al lavoro straordinario che un dipendente può svolgere o che può essergli richiesto? Scopriamo i dettagli e le implicazioni di una recente sentenza della Corte di Cassazione.
Nel mondo del lavoro il ricorso al lavoro straordinario dei dipendenti è un evento soggetto a precisi limiti legali e contrattuali alla luce di tutte le implicazioni sulla vita familiare, personale e sociale del dipendente oltre che sul suo benessere psico-fisico.
La normativa sul lavoro straordinario
La normativa (rappresentata dal Decreto legislativo 8 aprile 2003 numero 66) e i singoli contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL), oltre a prevedere specifiche maggiorazioni retributive, disciplinano in quali casi il lavoratore può rifiutarsi di prestare lavoro straordinario, la durata massima dell’orario di lavoro settimanale, nonché un tetto alle ore di straordinario totalizzate dal singolo dipendente in un anno.
La stessa Corte di cassazione, grazie alla sentenza datata 8 agosto 2024 n. 22459, pronunciandosi sul licenziamento per giusta causa di un dipendente reo di non essersi presentato al lavoro, ha affermato che il lavoro straordinario dev’essere contenuto entro limiti ragionevoli ed esigibili, conformi ai principi costituzionali di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori.
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