In Italia le imposte su successioni e donazioni fruttano meno di un miliardo l’anno, una quota minima rispetto ad altri introiti statali, nonostante ogni anno passino tra generazioni patrimoni per oltre 200 miliardi. Le regole, tra franchigie ed esenzioni, rendono la pianificazione fiscale sorprendentemente semplice. Rispetto al resto del mondo, dove le aliquote possono superare il 40%, il sistema italiano risulta particolarmente conveniente. Facciamo il punto sulle principali differenze fra Italia e resto del mondo.
Successioni e donazioni: gettito in calo, regime tra i più favorevoli d’Europa
Lo Stato italiano incassa annualmente meno di 1 miliardo di euro per le imposte di successione e donazione. Queste le previsioni, per competenza, per le annualità dal 2025 al 2027: 942 milioni, 952 milioni e 958 milioni di euro.
Per un confronto, si segnala come per il lotto e giochi vari le entrate ammontino a quasi 7 miliardi, oltre 7 volte. Le imposte sulle successioni e donazioni rappresentano meno dello 0,15% del totale delle entrate tributarie annue (che ammontano, per il 2025, a 647 miliardi di euro).
Solo per memoria, nell’anno 1999 le imposte di successione incassate sono state pari a oltre un miliardo di euro.
Stime approssimative indicano in oltre 200 miliardi di euro il totale dei patrimoni passati annualmente da una generazione all’altra, con donazioni e testamenti, per cui le relative imposte complessive sono pari a circa lo 0,5%.
Evoluzione e struttura dell’imposta di successione in Italia
In Italia l’imposta è stata introdotta, se non andiamo errati, nel 1862, e nel corso degli anni ha subito innumerevoli e sostanziose variazioni.
Nel 1990 erano previste aliquote progressive, non proporzionali come ora, tra il 3% e il 33%, per eredità superiori a 250 milioni di lire. Poi si ha la riduzione da parte del secondo Governo Amato nel 2000, la totale abrogazione da parte del Governo Berlusconi nel 2001 e la sua reintroduzione nel 2006 dal secondo Governo Prodi.
Attualmente le imposte sulle successioni e donazioni in Italia sono le seguenti:
- tra parenti in linea retta, aliquota 4% e franchigia, per ogni erede/donatario, di 1 milione di euro;
- tra fratelli e sorelle 6% con franchigia di euro 100.000;
- per altri parenti fino al quarto grado, affini in linea retta o affini in linea collaterale fino al terzo grado, aliquota del 6% senza alcuna franchigia;
- altri soggetti, 8%;
- portatori di handicap, stesse aliquote viste sopra, ma con franchigia sempre di 1,5 milioni di euro.
Esenzioni e particolarità dell’imposta di successione
Da segnalare anche qualche aspetto particolare di applicazione dell’imposta, e come si vedrà numerose sono le previsioni di esclusione da imposte sulle successioni:
- i titoli dello Stato italiano e degli altri paesi UE (fondi comuni che li detengono, esenti in proporzione) (tassate invece le donazioni di tali titoli);
- le polizze vita;
- i veicoli iscritti al PRA;
- il TFR (sempre invece tassato ai fini IRPEF con tassazione separata) ed altre indennità;
- le aziende o quote di aziende;
- le quote di controllo di società di capitali operative nel caso di prosecuzione della attività da parte degli eredi per almeno 5 anni;
- le quote delle società di persone, anche qui con prosecuzione della attività per almeno 5 anni.
- i conti correnti cointestati, per la quota spettante a terzi.
Per gli immobili, applicazione della valutazione catastale automatica e applicazione comunque delle imposte ipotecarie e catastali nella misura del 3%, sempre.
Applicazione anche della presunzione della esistenza del 10% di denaro e gioielli, salvo redazione di specifico inventario.
Tassazione e pianificazione fiscale
E infine, per le donazioni, non più applicabile il cosiddetto coacervo; quindi, valgono le stesse identiche franchigie esistenti per le successioni. In pratica, franchigia doppia, per ogni beneficiario, una per le donazioni e una per la successione. In pratica per coniuge e figli la franchigia delle due previsioni diventa di 2 milioni di euro.
Queste, in estrema sintesi, le caratteristiche dell’imposta sulle successioni.
La pianificazione fiscale della successione, tenuto conto delle esenzioni sopra riportate, si presenta in ogni caso particolarmente semplificata.
Le imposte sulle successioni all’estero
Nel mondo le imposte di successione sono normalmente più altre, rispetto all’Italia, anche molto più alte. Esistono comunque anche dei paesi dove sono del tutto escluse.
Sono escluse le imposte di successione nei seguenti paesi (salvo verifica più puntuale, da effettuare in ogni caso): Hong Kong, dal 2006, Singapore (anche se ne è prevista la reintroduzione), Portogallo, dal 2004, in parte, Macao, Slovacchia, Estonia, Messico in parte, Canada in parte, Nuova Zelanda e Australia, in parte.
Per una analisi della situazione mondiale, in continua evoluzione, rimandiamo all’ottimo lavoro annualmente predisposto da EY, Worldwide Estate and Inheritance Tax Guide 2024, liberamente accessibile dal loro sito.
Aliquote e gettito fiscale in alcuni paesi
Qui ne riportiamo una sintesi di massima delle aliquote, non dettagliando comunque su franchigie e/o esenzioni, per qualche paese:
- Austria: nessuna imposta sulle successioni;
- Belgio: aliquote dallo 0% all’80%;
- Cipro: nessuna imposta;
- Danimarca: aliquote dallo 0% al 52%;
- Finlandia: aliquote dallo 0% al 33%;
- Francia: aliquote dal 5% al 45%
- Germania: aliquote dl 7% al 50%;
- Gran Bretagna: aliquote dallo 0% al 40%;
- Lussemburgo: aliquote dallo 0% al 48%;
- Spagna: aliquote dallo 0% al 34%;
- Svizzera: aliquote dallo 05 al 50%;
- Stati Uniti, aliquote dallo 0% al 40% (esenzione fino a 11,7 milioni di dollari)
Per avere una idea dell’ammontare complessivo delle imposte pagate per le successioni e donazioni, a fronte del miliardo scarso dell’Italia si hanno 5,6 miliardi nel Regno Unito, 14,3 miliardi in Francia, 6,8 miliardi in Germania e 2,7 miliardi in Spagna (dati dall’articolo di Milena Gabanelli on line sulla tassa di successione).
Il futuro
Sempre molto difficile pronosticare il futuro, relativamente alle imposte sulle donazioni e successione in Italia. Dopo i 5 anni di completa esclusione da imposte, situazione certamente non frequente, nel mondo, il regime attuale appare molto favorevole, ed è probabile che prima o poi il sistema venga variato, in aumento.
Ma c’è l’aspetto politico, per una imposta che in ogni caso frutta poco, e che anche con un ipotizzato aumento delle aliquote poco frutterebbe.
Ci aveva pensato il Governo Letta, con una previsione di imposta di successione del 20% per patrimoni superiori a 5 milioni di euro, ma alla fine la struttura della imposta non è sostanzialmente variata, in questi venti anni. E al momento non ci sono previsioni di variazioni.
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Sabato 27 settembre 2025