Un contratto che unisce flessibilità oraria e tutele del lavoro full-time esiste: è il part-time. Ma cosa accade quando si superano le ore concordate? In alcuni casi, il lavoro aggiuntivo non è solo supplementare, ma dev’essere pagato come straordinario. Scopriamo quando e perché.
Esiste un contratto di lavoro in grado di assicurare le stesse tutele economico – normative dei dipendenti full-time garantendo però un numero di ore lavorative inferiore?
La risposta è sì.
Stiamo parlando infatti del contratto a tempo parziale (o part-time) disciplinato dal Decreto Legislativo 15 giugno 2015, numero 81 (articoli dal 4 al 12).
Il lavoro supplementare in caso di part time
Pur in considerazione dell’orario lavorativo ridotto rispetto al tempo pieno, la normativa riconosce una certa flessibilità ai datori di lavoro, in ragione di situazioni particolari che potrebbero richiedere un impegno supplementare da parte del dipendente.
In situazioni simili il disagio provocato al lavoratore, in termini di energie psico-fisiche spese e omessa possibilità di dedicarsi alle proprie esigenze di vita personale, familiare e sociale, è compensato da una maggiorazione economica riconosciuta in busta paga a titolo di lavoro supplementare.
In determinate condizioni, tuttavia, pur all’interno di un contratto a tempo parziale, le prestazioni aggiuntive del dipendente devono essere compensate non tanto come supplementare, bensì in qualità di lavoro straordinario, al pari dei dipendenti full-time