Le polizze vita garantiscono flessibilità nella scelta dei beneficiari e vantaggi fiscali, ma nascondono insidie sulla successione e l’erogazione del capitale. Chi può beneficiarne e con quali limiti? Quali implicazioni fiscali sorgono, soprattutto se il beneficiario non è un familiare? Cosa accade se un beneficiario premuore? Quali rischi ci sono per la legittima? Scopriamo i punti chiave e i possibili rischi.
Polizze vita: fiscalità, successione e rischi per gli eredi
Le polizze di assicurazione sulla vita sono quelle polizze, a contenuto finanziario, che prevedono il pagamento di una certa somma in caso di morte del contraente.
I beneficiari possono essere liberamente indicati, con le relative generalità, e possono o meno coincidere con gli eredi, tutti o solo in parte.
Sotto l’aspetto tributario sono considerate donazioni indirette. E trattandosi di polizze sulla vita, non sono tassate.
Polizze vita: la fiscalità per i beneficiari
Qualora il beneficiario sia un terzo, sono state considerate donazioni indirette. Così è stato più volte confermato dalla Cassazione (da ultimo, sentenza n. 3263 del 19 febbraio 2016). Precedentemente, nello stesso senso, tra le varie, Cassazione n. 7683 /2015 così massimata:
“Nell’assicurazione sulla vita la designazione quale terzo beneficiario di persona non legata al designante da alcun vincolo di mantenimento o dipendenza economica deve presumersi, fino a prova contraria, compiuta a titolo di liberalità e costituisce una donazione indiretta; ne consegue che, se compiuta da un incapace naturale, è annullabile a prescindere dal pregiud