La tutela del dipendente nelle contestazioni disciplinari è fondamentale. Come noto, la contestazione disciplinare del datore di lavoro al lavoratore deve avvenire in forma scritta e deve permettere al dipendente almeno 5 giorni di tempo per presentare giustificazioni. Cosa avviene se il dipendente si rifiuta di ritirare la lettera di contestazione? Scopriamo come l’azienda deve gestire la procedura, garantendo i diritti del lavoratore e rispettando le corrette modalità di comunicazione, anche in caso di rifiuto. Un approfondimento sulle soluzioni pratiche a disposizione.
La normativa italiana, rappresentata dalla Legge 20 maggio 1970, numero 300 (Statuto dei lavoratori), si preoccupa di tutelare il diritto di difesa del dipendente a fronte di contestazioni disciplinari mosse dall’azienda a seguito di condotte contrarie al regolamento interno.
L’impianto normativo disegnato dall’articolo 7 della citata Legge numero 300/1970 impone all’azienda, per le ragioni descritte:
- l’adozione di un regolamento disciplinare interno, da portare a conoscenza dei lavoratori mediante affissione in luogo accessibile a tutti;
- la preventiva contestazione disciplinare, in forma scritta, indirizzata al dipendente, in modo che questi abbia conoscenza di quali sono i comportamenti oggetto della procedura e possa così preparare la difesa;
- la concessione di cinque giorni di tempo, a partire dal momento in cui si riceve la contestazione disciplinare, per permettere al dipendente di presentare eventuali giustificazioni o elementi a sua difesa;
- la comunicazione, sempre in forma scritta, della decisione di adottare il provvedimento disciplinare all’esito della relativa procedura.
L’utilizzo della forma scritta nel momento in cui il dat