Ripassiamo la procedura che serve per spesare e mettere a perdita i crediti inesigibili. Quando la perdita su crediti è valida sia civilisticamente che fiscalmente?
Nel contesto della gestione contabile e legale delle imprese, la corretta qualificazione e gestione dei crediti inesigibili assume un ruolo di fondamentale importanza.
Questo articolo si propone di fornire un’analisi approfondita delle disposizioni normative e delle procedure inerenti alla messa a perdita dei crediti non recuperabili. Verranno esaminati i presupposti giuridici e fiscali necessari per procedere allo stralcio di tali crediti dal bilancio aziendale, offrendo una guida dettagliata per le imprese che si trovano ad affrontare situazioni di inadempienza dei debitori.
In tale contesto, è cruciale avvalersi del supporto di professionisti esperti nel settore legale per garantire una gestione corretta e conforme alle normative vigenti.
Crediti inesigibili: che cosa si intende
Per crediti inesigibili si intendono quei crediti che, a causa di diverse circostanze, non possono essere recuperati. Tali situazioni possono sorgere, ad esempio, quando un cliente non onora una fattura senza contestazioni, rendendosi irreperibile.
La messa a perdita di questi crediti, ovvero la loro cancellazione dal bilancio aziendale, è un passaggio cruciale per mantenere una rappresentazione veritiera e corretta della situazione finanziaria dell’impresa.
Perché è importante passare a perdite i crediti inesigibili
La corretta gestione dei crediti inesigibili è essenziale per la trasparenza e la precisione del bilancio d’esercizio di una società. Come stabilito dall’articolo 2423 del Codice Civile, il bilancio deve riflettere fedelmente la situazione patrimoniale e finanziaria dell’impresa.
Eliminare i crediti inesigibili o creare un fondo svalutazione crediti non solo rispetta l’obbligo di trasparenza verso terzi e la collettività, ma aiuta anche gli amministratori a valutare accuratamente la solidità finanziaria dell’azienda, pianificando investimenti realistici.
Quando è possibile passare a perdite i crediti inesigibili?
Gli elementi certi e precisi
La normativa fiscale stabilisce che per passare un credito a perdita è necessario dimostrare la certezza e la definitività della perdita stessa. Secondo l’attuale vigente versione dell’articolo 101, comma 5, del TUIR, i crediti possono essere considerati inesigibili in presenza di:
- crediti di modesta entità scaduti da più di 6 mesi: un credito è di modesta entità se inferiore a 5.000 euro per le grandi imprese e 2.500 euro per le altre imprese;
- crediti prescritti: la prescrizione estingue il diritto di credito dopo un determinato periodo, variabile a seconda del tipo di credito;
- esiti negativi di azioni esecutive per il recupero del credito;
- cessione definitiva del credito;
- transazione con il debitore;
- decesso del debitore con relativa assenza di eredi.
Le procedure di crisi di impresa
Un credito può essere passato a perdita automaticamente se il debitore è soggetto a procedure previste dal “nuovo” codice della crisi di impresa, come stabilito dal TUIR.
In questi casi, lo stato di insolvenza del debitore è stato ufficialmente accertato, rendendo superflue ulteriori prove della definitività della perdita.
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Giovedì 18 Luglio 2024