Uno dei dubbi in merito al bonus 100 euro riguarda la soglia di reddito.
Non è chiaro se, per la determinazione della soglia di 40.000 euro, debbano essere considerate le somme a tassazione sostitutiva del 10%.
Cerchiamo di far chiarezza in questo contributo.
Bonus 100 euro: molti dubbi
Meglio poco che niente, si dice. Meglio 100 euro (il bonus spettante ai dipendenti che, nel mese di marzo, hanno lavorato presso la propria sede) che…, ma forse niente.
Questo rischiano i lavoratori che hanno avuto un reddito ordinario non superiore a 40.000 euro ma superiore a detta soglia considerando i premi di risultato assoggettati ad imposta sostitutiva.
I lavoratori che hanno percepito, nell’anno 2019, un reddito di lavoro dipendente in misura non superiore a 40.000 euro possono ottenere una indennità dal proprio datore di lavoro.
Il bonus ammonta – al massimo – a 100 euro, da riproporzionare in base ai giorni lavorati (a marzo) rispetto a quelli lavorabili.
Già erano sorti problemi di interpretazione circa la misurazione della presenza in azienda, specie in caso di ferie o malattia del lavoratore.
Il punto 4.1 Circolare 3 aprile 2020, n. 8/E propone un conteggio ad ore, mentre la norma esplicitamente si riferiva ai giorni di presenza (articolo 63, Dl 18/2020).
Ancor meno chiare erano state le indicazioni del punto 4.4 della Circolare n. 8/E (“non devono considerarsi nel rapporto – né al numeratore né al denominatore – le giornate di ferie o di malattia”) che, per assurdo, avrebbe