I lavoratori assunti per attività di Call Center tramite la forma contrattuale della Collaborazione Coordinata e Continuativa (co.co.co.) possono godere delle tutele previste per i tipici contratti di lavoro subordinato.
Vanno però effettuate una serie di distinzioni, per le quali ci aiuta una recente sentenza del Tribunale di Roma, emessa in seguito alla domanda di ricorso presentata da un’azienda ai fini di una valutazione di legittimazione dei contratti di co.co.co. previamente impugnati in via stragiudiziale dai collaboratori stessi.
Call center e collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.)
La collaborazione coordinata e continuativa, quale forma contrattuale autonoma che, per alcune caratteristiche, si avvicina al lavoro subordinato e che è qualificabile pertanto come parasubordinata, è caratterizzata da precisi confini che la differenziano rispetto al lavoro subordinato stesso, onde evitare che il datore di lavoro simuli un rapporto di collaborazione al fine di applicare le tutele, molto più pregnanti, applicate normalmente a qualunque lavoratore subordinato.
Uno dei settori nei quali è stata ampiamente dibattuta la legittimità del ricorso alla parasubordinazione, è quello relativo ai call center, nei quali per particolari caratteristiche dell’attività, normalmente di vendita, è generalmente considerata lecita la possibilità di svolgimento della prestazione in regime di autonomia, stante il rispetto di alcune condizioni.
Le controversie più rilevanti in materia sono relative ai contratti di collaborazione coordinata e continuativa stipulati da imprese che erogano servizi di call center in modalità outbound, sia quelli attraverso i quali i collaboratori effettuano attività di vendita, sia quelle attraverso cui vengono effettuate altre attività, quali ad esempio attività di recupero crediti, di ricerche di mercato, di presa appuntamenti, di attività di interventi tecnici.
Call Center inbound e outbound
A tal proposito, la differenza tra call center inbound e outbound diventa cruciale: mentre il primo si occupa esclusivamente delle chiamate in arrivo erogando un servizio o l’assistenza richiesta dal cliente e non occupandosi della promozione di prodotti, nel secondo gli operatori telefonici si occupano di effettuare chiamate in uscita, soprattutto al fine di presentare offerte per vendere prodotti o servizi, con lo scopo precipuo della vendita.
Nel caso dei call center outbound, gli operatori spesso non vengono retribuiti correttamente, in quanto difficilmente vengono pagati ad ore e nel rispetto dei minimi salariali previsti, ma soltanto a risultato ottenuto, t