La svalutazione di beni strumentali: aspetti operativi e contabili

L’argomento della svalutazione di beni strumentali, introduce elementi di profonda riflessione per il redattore del bilancio, che nella redazione del documento, deve attenersi al principio del “fair and true view”, ossia della rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale, finanziaria ed economica della società

Quadro di riferimento

L’argomento della svalutazione di beni strumentali, introduce elementi di profonda riflessione per il redattore del bilancio, che nella redazione del documento, deve attenersi al principio del “fair and true view”, ossia della rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale, finanziaria ed economica della società. Nel quadro di questo principio, l’acritica
adesione a valutazioni basate sul costo storico, in un quadro di incessanti cambiamenti tecnologici, rischia di fornire misure del capitale di funzionamento sopravalutate.

Occorre invece, che gli amministratori definiscano stime attendibili del valore delle immobilizzazioni iscritte in bilancio, stabilendo, ove è necessario, una svalutazione che conduca alla riesposizione dei valori di bilancio dei cespiti ammortizzabili a valori di recupero. Non a caso , a conferma di queste osservazioni, la dottrina aziendalistica stabilisce che la formula per il calcolo della quota annuale di ammortamento è: Quota annua = ((Costo storico – valore di recupero)/durata del cespite) e che solo per ragioni di semplicità il valore di recupero è inizialmente posto pari a zero.

Si ritiene ordinariamente che l’esposizione in bilancio delle immobilizzazioni materiali non può che essere fatta al valore storico d’acquisto, ignorando che il principio del “fair and true view” contenuto nell’art. 2423 del c.c. impone una rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale, finanziaria ed economica della società.

E’ evidente che se a causa di fattori esogeni alla dinamica interna dell’impresa, il valore dei beni strumentali si riduce (ad es. per intervenuta obsolescenza dei beni) l’esposizione delle
immobilizzazioni a costi storici, può generare effetti di sopravalutazione del patrimonio aziendale. In definitiva, potrebbe essere contestato agli amministratori che l’adozione di
criteri valutativi delle immobilizzazioni materiali basate su costi storici non più sostenibili, abbia determinato un annacquamento del capitale.

Che fare in questi casi ? Come regolarsi nel redigere il Bilancio d’esercizio ? E soprattutto, una volta operata la svalutazione delle immobilizzazioni questa risulta sempre irreversibile ?

A queste domande gli amministratori sono chiamati a dare una risposta fornendo una soluzione finalizzata ad esporre le immobilizzazioni materiali al loro valore corrente. Quanto appena detto sembrerebbe confliggere ineluttabilmente con l’art. 2426 del c.c. che stabilisce l’adozione del criterio del costo nelle valutazioni di funzionamento, relegando le valutazioni a costi correnti ad appannaggio esclusivo delle gestioni straordinarie.

Sebbene normalmente occorra rispettare nelle valutazioni di bilancio tale principio, non è possibile prescindere, nel quadro della rappresentazione veritiera e corretta del bilancio, qualificandosi come eccezioni ai criteri ordinari, da quelle rettifiche, ancorché temporanee, finalizzate ad una determinazione puntuale del valore del capitale di funzionamento e quindi alla adozione per le immobilizzazioni materiali del valore di recupero in sostituzione del valore di costo, non attraverso una riduzione diretta del costo di acquisto, ma mediante l’appostazione di appositi fondi di svalutazione che insieme con i fondi di ammortamento, rettificheranno il valore delle immobilizzazioni iscritte nell’attivo di bilancio.

Va inoltre sottolineato che, sempre ai sensi dell’art. 2426 punto 3) del c.c. se le condizioni per le quali fu eseguita la svalutazione sono venute meno, il minor valore non può essere mantenuto in bilancio e si dovrà ripristinare il maggiore valore, riducendo la svalutazione inizialmente operata.

Conseguentemente si procederà ad appostare in contropartita Dare del Fondo svalutazione immobilizzazioni accreditato, il conto Svalutazione immobilizzazioni, valorizzato per l’ammontare della svalutazione da eseguire, mentre negli esercizi successivi nel caso in cui fosse necessario elidere in tutto o in parte la svalutazione in precedenza eseguita in contropartita Avere del Fondo svalutazione immobilizzazioni iscritto in Dare, si apposterà il conto Ripristino Valore Immobilizzazioni, per l’ammontare della riduzione operata sulla svalutazione iniziale. ==>

CONTINUA… LEGGI LA VERSIONE INTEGRALE – 4 pagine – NEL PDF QUI SOTTO==> 

 

vedi anche: Corso di contabilità==>

Scarica il documento