Agevolazione Resto al Sud e Zone Economiche Speciali

dedichiamo questo intervento a due programmi di aiuto all’imprenditoria meridionale: l’agevolazione Resto al Sud dedicata ai giovani e le Zone Economiche Speciali, per le zone depresse

copertina video presentazione ct youtubeAgevolazione Resto al Sud

La nuova agevolazione, denominata Resto al Sud, prevista dal c.d Decreto Sud, varato dal Consiglio dei Ministri del 9 giugno 2017 (D.L. n. 91 – Gazzetta Ufficiale n. 141 del 20 giugno 2017, in vigore dal 21 giugno) ha un obiettivo abbastanza chiaro: favorire la nascita di nuove micro e piccole imprese nel Sud Italia per riuscire a sostenere la crescita economica. Sul piatto il Governo mette un fondo di oltre 1,3 miliardi di euro a valere sul Fondo sviluppo e coesione

La nuova misura, che sarà gestita da Invitalia, incrementa il ventaglio delle opportunità di finanziamento a disposizione dei giovani del Sud che vogliono tentare la strada di mettersi in proprio. Si affiancherà infatti alle altre agevolazioni nazionali attualmente vigenti a favore dell’automprenditoria:

– Nuove imprese a tasso zero;

– Fondo SelfiEmployment;

– Cultura Crea;

– Smart&Start.

L’intervento agevolativo è rivolta ai soggetti di età compresa tra i 18 ed i 35 anni residenti in Abruzzo, Molise, Sardegna, Basilicata, Puglia, Campania, Calabria che presentino i seguenti requisiti:

a) siano residenti nelle regioni di cui al comma 1 al momento della presentazione della domanda o vi trasferiscano la residenza entro sessanta giorni dalla comunicazione del positivo esito dell’istruttoria;

b) non risultino già beneficiari, nell’ultimo triennio, di ulteriori misure a livello nazionale a favore dell’autoimprenditorialità.

Sono agevolati i progetti relativi alla produzione di beni nei settori dell’agricoltura, dell’artigianato o dell’industria, ovvero relativi alla fornitura di servizi a favore delle imprese appartenenti a qualsiasi settore. Sono escluse le attività libero professionali e del commercio.

Le agevolazioni saranno concesse fino ad un massimo di 40.000 euro per ciascun richiedente. L’intervento finanziario per il 35% sarà a fondo perduto erogato dal soggetto gestore della misura e per il restante 65% dovrà essere rimborsato in 8 anni a tasso zero. Il prestito sarà effettuato da una banca con la copertura dello Stato attraverso il Fondo di Garanzia PMI. Il finanziamento del Governo, però, non può coprire le spese per la progettazione dell’impresa e per il personale. Il motivo è abbastanza semplice: non si vuole creare un mercato “legale” delle consulenze. Se l’impresa avrà bisogno d’aiuto, lo Stato metterà a disposizione il supporto di enti pubblici o accreditati. Il prestito è rimborsato entro otto anni complessivi dalla concessione del finanziamento, di cui i primi due anni di pre-ammortamento, e usufruisce del contributo in conto interessi e della garanzia.

Le domande di accesso ai finanziamenti potranno essere presentate, fino ad esaurimento delle risorse stanziate, in via telematica a Invitalia, che dovrà valutare il progetto proposto entro 60 giorni successivi alla data di comunicazione dell’esito positivo dell’istruttoria. Nel caso in cui l’istanza sia presentata da più soggetti già costituiti o che intendano costituirsi in forma societaria, ivi incluse le società cooperative, l’importo massimo del finanziamento erogabile è pari a 40 mila euro per ciascun socio, che presenti i requisiti richiesto, fino ad un ammontare massimo complessivo massimo di 200 mila euro. Possono presentare domanda per accedere al finanziamento Resto al Sud”anche le imprese ancora da costituire; queste però dovranno costituirsi come impresa individuale, società o cooperativa.

Le Zone Economiche Speciali

Il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri, oltre a lanciare il progetto Resto al Sud, ha istituito anche le Zone Economiche Speciali per favorire il rilancio dell’economia in alcune aree depresse. Il primo passo è stato quello di istituire le ZES intorno alle aree portuali, soprattutto nel Sud Italia. Con questa nuova misura il Governo spera di attirare nuovi investimenti, soprattutto dall’estero. Le Zone Economiche Speciali avranno delle agevolazioni sotto il punto di vista fiscale grazie al credito d’imposta e dei fondi speciali da utilizzare per far crescere le PMI che gravitano intorno alle aree portuali. Lo scopo è di sperimentare nuove forme di governo economico di aree concentrate, nelle quali le procedure amministrative e le procedure di accesso alle infrastrutture per le imprese, che operano o che si insedieranno all’interno delle aree, siano coordinate da un soggetto gestore in rappresentanza dell’Amministrazione centrale, della Regione interessata e della relativa Autorità portuale, al fine di consentire una progettualità integrata di sviluppo della ZES, con l’obiettivo di rilanciare la competitività dei porti delle regioni meridionali. Allo stesso scopo, le ZES saranno dotate di agevolazioni fiscali aggiuntive, rispetto al regime ordinario del credito d’imposta.

22 luglio 2017

Giovanna Greco