Wolters Kluwer Tax & Accounting ha presentato recentemente un accurato studio sulla professione del commercialista e sul suo futuro. La ricerca, denominata “Future Ready Accountant” affronta i molteplici aspetti che impattano la professione in Europa e nel mondo. Sarà interessante constatare quanto simili siano ovunque le criticità di un mestiere che deve affrontare il cambiamento.
Il panorama delle attività contabili e fiscali in Europa sta cambiando moltissimo, proponendo sfide ma anche opportunità a tutti i professionisti. La ricerca «Future Ready Accountant» affronta le tendenze in Europa, approfondendo i cambiamenti e mettendo in evidenza le principali difficoltà che commercialisti ed esperti contabili europei devono affrontare oggigiorno.
In primo luogo, la crescente complessità delle normative minaccia di travolgere gli studi, imponendo ai commercialisti la necessità di mantenersi flessibili e ben preparati.
L’Europa sta attraversando una profonda trasformazione digitale. Questo cambiamento è complesso e presenta importanti sfide quali l’adozione di nuove tecnologie e la necessità di un’intensa formazione di tutti i componenti dello studio.
C’è poi la questione dell’Intelligenza Artificiale, anche generativa, una tecnologia che ha suscitato e continua a suscitare ampi dibattiti anche in seno ai professionisti italiani ed europei. Se da un lato si potranno snellire i processi e migliorare l’efficienza, dall’altro non ci si nascondono le perplessità sui temi della sicurezza dei dati e sulla privacy.
Garantire il futuro significa però darsi obiettivi ambiziosi e, da quanto emerge dalla ricerca, le principali priorità della professione in Europa risultano essere l’espansione della base clienti, la diversificazione dei servizi offerti, un migliore rapporto con i clienti, il potenziamento del workflow operativo e l’incremento della redditività.
Lo scenario è in continua evoluzione e i commercialisti dovranno assumere sempre più il ruolo di consulenti per orientare i clienti in tempi turbolenti e supportarli in una gestione aziendale sempre più complessa. Grazie alle nuove tecnologie e al tempestivo adeguamento ai cambiamenti normativi, i commercialisti saranno in grado di proporsi come partner indispensabili al successo delle imprese loro clienti.
Ottimismo riguardo all’Intelligenza Artificiale
In Europa, il 59% dei commercialisti afferma che l’IA e l’IA Generativa avranno un impatto significativo sul futuro del settore. Nonostante in alcune aree si registrino esitazioni, la maggioranza (57%) esprime ottimismo sull’uso di queste tecnologie.
Tuttavia, l’implementazione dell’IA rimane in gran parte teorica. Ad esempio, il 62% degli studi pensa che l’IA potrebbe semplificare le attività, ma il 35% non ha piani di implementazione. L’entusiasmo deve trasformarsi in azione per realizzare il vero potenziale dell’IA.
Diventare consulenti
Oltre la metà (53%) dei commercialisti europei prevede una transizione significativa a ruoli di consulenza strategica aziendale nei prossimi cinque anni. Questo passaggio rappresenta la possibilità di assumere nuove responsabilità e cogliere opportunità di crescita. Un quarto degli intervistati (25%) afferma che l’espansione dell’offerta di servizi e il raggiungimento di nuovi mercati sono fondamentali per il successo futuro.
Per raggiungere questo obiettivo, i commercialisti devono ampliare le loro competenze e accettare nuove sfide per fornire analisi strategiche e valore aggiunto.
Più tecnologia per diventare future-ready
Più della metà dei commercialisti (52%) prevede che la trasformazione digitale e l’adozione del cloud avranno un impatto significativo sul futuro del settore. In tutta Europa il 62% degli studi utilizza del tutto o parzialmente la tecnologia basata su cloud. Tuttavia si continuano ad avere riserve sulla sicurezza dei dati (47%), sui costi di transizione (44%) e sulle interruzioni del flusso di lavoro (39%).
Carenza di personale qualificato?
I commercialisti europei prevedono che la carenza di personale qualificato nel settore avrà un impatto non trascurabile. Con qualche differenza: gli studi belgi sono i più preoccupati (51%), mentre quelli spagnoli lo sono meno (21% degli studi).
Ma l’attenzione verso le competenze sembra spostarsi dall’assunzione di più personale (iniziativa in calo del 7%, se si confrontano le pianificazioni con quanto poi realmente realizzato) alla maggiore attenzione verso lo sviluppo professionale e la formazione (in aumento dell’8%) del capitale umano.
Questo significa non solo di dotare il personale delle competenze necessarie ma di promuovere anche un’agilità e flessibilità che consenta alla forza lavoro di adattarsi alle nuove tecnologie e nuove organizzazioni.
Redazione
Sabato 15 febbraio 2025